La bellezza del mondo, Michel Le Bris, Fazi
Furono entrambi, negli anni Venti, personaggi indimenticabili. Lui. Martin Johnson, da ragazzo compagno d’avventure di Jack London, inventò il reportage e il cinema naturalista. Lei, Osa, la più intrigante delle femmes fatales dell’epoca, ispirò nel ’33 l’eroina del film King Kong. Di loro, Hemingway scrisse che furono i primi a rompere con lo stereotipo dell’”Africa delle tenebre”, inospitale e oscura. 1939: Winnie, una scrittrice alla sua prima prova letteraria, viene incaricata di scrivere la biografia di Osa Johnson, ora vedova, la bellezza appassita dalla solitudine, dall’alcol e da un’ossessione che ne abita i giorni e i ricordi: quegli anni splendenti e lontani, insieme a Martin, a inseguire ovunque e a ogni costo il mistero della “bellezza del mondo”. Dalla New York dei ruggenti anni Venti allo splendore di un Kenya agli albori della ereazione, dalla tavola rotonda dell’Algonquin Hotel, dove la penna al vetriolo di Dorothy Parker traccerà un inaspettato omaggio alla bellezza e alla vitalità di Osa, ai club di Harlem dove s’inventava lo stile “jungle” quando la modernità più radicale flirtava con la nostra parte più selvaggia: attraverso il destino di due amanti, Michel Le Bris restituisce l’essenza di un’epoca di nuove e febbrili esplorazioni. Un romanzo rocambolesco e divertente, attraverso le cui pagine lo sguardo del lettore s’intensifica e si amplia fino ad abbracciare una realtà smagliante: realtà in cui prendono corpo lo scintillio e la bellezza del mondo.