Dopo le incresciose azioni imbecilli, o forse, anzi sicuramente, delinquenziali dei partecipanti la manifestazione di Roma, si sono levati i soliti commenti (giusti) ma delle più disparate specie.
Tralasciando quelle non commentabili dei vari direttorini che considerano giuste le uccisioni di Giuliani, oppure quelle dei soliti noti che cavalcano qualsiasi cosa, pur di portare acqua al proprio mulino (a destra a sinistra e ovunque), mi permetto di lasciare ai posteri una considerazione, forse meno scontata o peggio, controcorrente… Premessa la inderogabilità del diritto costituzionale a manifestare, che nessuno vuole eliminare, per carità, mi chiedo se sia giusto dare l’opportunità a chiunque ed in qualsivoglia modo a creare disordini, piuttosto che rivendicare giusti diritti in modo adeguato. Non mi riferisco solo agli ultimi episodi di Roma o ai meno recenti No Tav, bensì a tutte le varie e meno note manifestazioni di protesta che non arrivano al grande pubblico. E’ spesso in queste “zone minori” d’Italia, in queste manifestazioni dei “poveri” (non me ne voglia alcuno per questa espressione) che si verificano gli episodi più intollerabili di blocchi stradali, ferrovie, aeroporti, per le più disparati ragioni. Ritengo questo tipo di violenza, molto peggiore di quella romana. So che qualcuno storcerà il naso o forse addirittura qualche altro potrebbe riempirmi di improperi, ma nessuno mi toglie dalla testa che, bloccare un’autostrada può causare danni ben peggiori alla comunità di quanto invece sia successo a Roma. Già perché li, Polizia e Carabinieri, grazie al cielo, hanno evitato il peggio, perché come dice giustamente Maroni, poteva scapparci il morto e non è successo. Ma cosa succede magari quando un corteo di disoccupati o precari invade le corsie della Salerno Reggio Calabria, o peggio ancora chiude qualche casello minore? Nella migliore delle ipotesi dopo qualche ora di trattative si riapre il traffico, ma non si contano i danni, le ore passate in auto ad attendere. Un’ambulanza magari non è riuscita a raggiungere in tempo l’ospedale, un candidato ad un colloquio di lavoro non è arrivato a destinazione, un rappresentante non ha raggiunto il cliente e magari ha perso un ordine, un operaio ha perso una giornata di lavoro, uno studente il compito in classe… e potrei continuare all’infinito. Ebbene, tutti questi episodi vi sembrano minori? Pensateci bene. Quanta gente corre in autostrada? Quanti chilometri di coda si formano per via di un blocco e quante strade ed arterie minori risentono di quella stessa situazione? Migliaia e migliaia di persone coinvolte anche lì… Corrieri che non consegnano merce importante, avvocati che non difendono i loro clienti, medici, mamme, fidanzati, parenti, tutti vittime minori? Sarò eccessivo? Non credo, ma a mio parere, questi responsabili, dovrebbero perdere lo stesso diritto per il quale manifestano, proprio nel momento in cui creano questi episodi. La difesa del proprio diritto costituzionale di manifestare non può calpestare l’altrui libertà. Restare bloccati in auto per una giornata a causa di persone che, seppur per un motivo condivisibile, arbitrariamente creano gravi disagi ad altri ignari onesti lavoratori, equivale ad un sequestro di persona, ad un furto di libertà e del diritto, null’altro. Uccidere, malmenare, ferire poliziotti e carabinieri, mettere a ferro e fuoco una città è grave, gravissimo, ma sicuramente molto più spettacolare, molto più interessante per un giornale o per una tv. Vergognoso è bloccare migliaia di persone nella loro vita giornaliera, così come ignominioso la poca attenzione che i media hanno per questi “riverberi” nascosti… perché ogni santo giorno della mia vita è importante e nessuno arbitrariamente può e deve impedirmene il normale svolgimento, a meno che non sia stato io a decidere. GiulianoMagazine Attualità
Il limite al diritto di manifestare è la libertà altrui
Creato il 22 ottobre 2011 da Mriitan @MassiRiitanoPotrebbero interessarti anche :
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