Paolo Gabrielle, il maggiordomo del Papa
ROMA - Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI, arrestato perché in possesso di documenti riservati, sarebbe accusato di furto aggravato. A specificarlo è padre Federico Lombardi. "Attualmente la magistratura ha contestato a Gabriele solo il reato di furto aggravato. Siamo a uno stadio molto iniziale del procedimento, perciò le quantificazioni di pene gravissime avanzate da alcune testate non hanno ragione di essere", ha spiegato Lombardi. Nessuna ammissione è venuta fino a questo momento dall’arrestato. Gabriele sarebbe sempre rimasto in silenzio durante gli interrogatori cui è stato sottoposto nell'ambito dell'istruttoria sommaria svolta fino a questo momento. Gabriele è accusato di essere il "corvo" che ha fatto uscire dal Vaticano documenti riservatissimi.
I documenti riservati illecitamente detenuti dal maggiordomo sono stati "rinvenuti nella sua abitazione in territorio vaticano" ha precisato il portavoce della Santa Sede. Gabriele, ha aggiunto, "e' cittadino vaticano". Padre Lombardi ha tenuto a precisare che l'abitazione di Gabriele si trova in territorio vaticano, al di qua, cioe', di Porta Sant'Anna e non, come era stato detto, subito al di la', nell'omonima via dove sorgono alcuni edifici extraterritoriali, per ribadire, come ha poi scandito rispondendo ai giornalisti, che tutta l'inchiesta in atto "e' di stretta competenza della magistratura vaticana". Gabriele "ha nominato due avvocati di sua fiducia, abilitati ad agire presso il Tribunale vaticano, e ha avuto la possibilita' di incontrarli" ha comunicato padre Lombardi, che ha precisato ai giornalisti che si tratta di due professionisti inseriti nell'elenco degli avvocati rotali. "Essi - ha spiegato - potranno assisterlo nelle successive fasi del procedimento. Egli gode di tutte le garanzie giuridiche previste dai codici penale e di procedura penale in vigore nello Stato Vaticano".