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Il manager di successo è chi trova soddisfazione nel ‘servire’

Creato il 05 aprile 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Riportare l’essere umano al centro della società e dell’economia”: questo l’obiettivo del ‘Corso di perfezionamento in Dottrina sociale della Chiesa per lo sviluppo economico e sociale’ presentato oggi a Roma presso la facoltà di Economia dell’università di Tor Vergata (per maggiori informazioni clicca qui). Il corso è organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza e dal dipartimento di studi Impresa governo filosofia di tor Vergata.

Il tema dell’economia al “servizio” della società è stato affermato con insistenza nei vari interventi: il professore di Economia e gestione delle imprese Roberto Cafferata ha definito l’imprenditore di successo quello che “produce amministrando e guadagnando correttamente, e trova grande soddisfazione nel servire”. La causa della crisi di molte imprese deriva – ha continuato Cafferata – più che da una gestione tecnicamente carente, da uno “smarrimento dei principi di un corretto e regolare management”. In cima alla gerarchia degli obiettivi delle imprese non ci deve essere il profitto ma la produzione di beni e servizi: occorre insieme “produrre beni e fare reddito”.

Dello stesso parere Monsignor Toso, segretario del Pontificio Consiglio “Giustizia e pace” che ha patrocinato il corso, che ha citato la frase di papa Francesco “Il denaro deve servire e non governare”. Il Monsignore ha analizzato la funzione della Dottrina sociale cristiana, che consiste nell’aiutare l’economia e la finanza a trovare la sua vera natura e vocazione: “essere al servizio del bene sociale e dei popoli”. La tradizione cattolica non demonizza il mondo economico e finanziario; ciò che viene criticato è l’aspetto irresponsabile e sconsiderato di tali “attività necessarie e nobili mediante le quali l’uomo collabora con Dio e con i propri simili in forza di un mandato”. La persona è dunque soggetto, fondamento e fine dell’economia e della finanza, che, ferma restando l’autonomia delle leggi tecnico-scientifiche, devono avere come come primo riferimento la legge etica.

Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, gli influssi dellas Dottrina sociale cristiana confluiti nella nostra Costituzione: se l’articolo 1 conferisce carattere fondante al lavoro, l’articolo 4 definisce l’attività lavorativa come “proiezione della dignità della persona ed espressione della sua personalità”, uno dei temi fondamentali della Dottrina sociale, in particolare nel suo riferimento alla dignità. L’articolo 36, in cui si afferma che il lavoro deve “consentire una retribuzione proporzionata e sufficiente alla sussistenza della persona e della sua famiglia”, evidenzia una “rispondenza di principi e valori filtrati nella nostra costituzione”, tra i quali compaiono anche la tutela della persona e la sussidiarietà. In conclusione, Mirabelli ha ribadito l’importanza che il ruolo della Dottrina sociale cristiana può rivestire per la creazione di un’economia responsabile, in particolare in un momento di crisi come quello attuale, in cui c’è bisogno di “linee di orientamento che vanno poi calate nella realtà”.

Marco Cecchini


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