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Il manganello facile

Creato il 12 luglio 2011 da Malpaese @IlMalpaese

Il manganello facileSabato 9 luglio c’era una festa nei pressi della centralissima piazza dei Cavalieri a Pisa; ogni estate la Scuola Normale ne organizza una, aperta ai suoi studenti e a un certo numero di persone, limitato per le dimensioni degli ambienti in cui si svolge l’evento (il cortile interno del Palazzo della Carovana, la sede storica della Scuola).

Poco dopo il secondo tocco, quindi a festa già parecchio inoltrata, si accalca davanti all’ingresso, controllato da vigilantes, un piccolo gruppo di persone senza biglietto che pretende di entrare comunque. I vigilantes rispondono che ciò non è possibile perchè la festa è a invito ed esiste una lista di invitati, quindi a chi non ha il biglietto, naturalmente, non è permesso l’accesso. Al gruppo la cosa non piace e ne nasce così una discussione piuttosto animata, che attira l’attenzione di altri giovani, i quali si avvicinano dalla piazza, incuriositi. A questo punto la calca davanti al portone di ingresso alla festa è tale che, a giudizio dei vigilantes, va oltre la loro capacità di controllo e questo li spinge ad invocare l’intervento delle forze dell’ordine, chiamando i carabinieri. Intanto, dentro il cortile, a nessuno è ben chiaro che cosa stia succedendo: il portone è chiuso per evitare che qualcuno si intrufoli dentro eludendo la sorveglianza.

Una volta allontanata la calca davanti al portone, questo viene riaperto ed esce fuori Dario, un dottorando della Normale, con l’intento di capire bene perchè il portone era chiuso e perchè ci sono dei carabinieri all’ingresso di una festa. Alla sua richiesta di chiarimenti, uno dei carabinieri risponde con la richiesta dei documenti, che viene negata in mancanza di una motivazione valida. La reazione è inaspettata ed improvvisa: Dario si trova ammanettato, riceve un colpo in testa e viene strattonato dentro l’auto. Qualche ora dopo, risulterà avere riportato un trauma cranico, lesioni ai polsi e una ferita sotto il mento. Quando questo si viene a sapere Dario è in stato di arresto, e resterà in caserma tutta la notte, nonostante la solidarietà manifestata da tanti suoi amici, compagni e semplici cittadini che hanno tenuto un presidio quasi permanente davanti all’edificio di detenzione. Dario sarà processato per direttissima lunedì mattina. Informazioni più dettagliate le trovate qui e qui.

Vorrei cogliere l’occasione per fare qualche riflessione.

Gli stronzi sono ovunque, in tutte le categorie, ma abbondano ed emergono nelle categorie a cui è garantita l’impunità. Non si tratta di generalizzazioni, ma della constatazione di una verità, e anche di ragionevolezza: è ovvio che se sei stronzo e puoi vantare un potere che altri non hanno, non mancherai di far notare di averlo ogni volta che le circostanze lo rendano possibile, per esempio quando hai un manganello in mano e l’autorizzazione per usarlo. In poche parole, più potere ha uno stronzo, maggiore è la probabilità di abuso di potere.

Agli illusi che si dicono contrari alla violenza (che c’è stata e che in generale deve esserci, per costituzione stessa) da parte delle forze dell’ordine e che confidano nella magistratura o nei gradi più alti di polizia affinché l’una o gli altri provvedano alla punizione di una evidente violazione di diritti in primo luogo, delle leggi democratiche in secondo luogo, in terzo luogo delle regole che le forze dell’ordine sono tenuti a osservare, non si può che domandare se a loro risulta che siano stati preso provvedimenti contro i finanzieri che il 3 luglio lanciavano sassi sui manifestanti e sparavano lacrimogeni vietati dalle norme internazionali ad altezza uomo in Val di Susa. O se i macellai torturatori della caserma di Bolzaneto e i responsabili dei pestaggi nella Diaz nel 2001 siano stati puniti giustamente per ciò che hanno commesso, ovvero «la più grave sospensione dei diritti umani in un paese occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale» (e lo dice Amnesty International, non un covo di terroristi). No, sapete, perchè a me risulta che l’ambiente in certe frange delle forze dell’ordine non sia proprio quello tutto dedito alla difesa della legalità, ma piuttosto alcuni agiscano con la certezza che resteranno impuniti, e per questo possono permettersi di violare ogni diritto e ogni regola della convivenza civile. Mi risulta anche che, invece di essere puniti, molti abbiano invece ricevuto apprezzamenti, riconoscimenti e promozioni.

Allora, perchè io non posso andare in giro con un manganello e picchiare per futili motivi il primo che passa, mentre un poliziotto può permettersi questo e altro, come è successo sabato sera a Pisa? Perchè c’è questa necessità, che i politici e i giornali non fanno altro che ripete allo spasimo, di isolare «i violenti»? E le forze dell’ordine i loro violenti non devono isolarli? Facciamoci qualche domanda.

Il manganello facile

http://culturaliberta.wordpress.com/2011/07/11/manganello-facile/



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