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Il manuale del papà separato che considera il figlio

Da Cristiano @sosmammo
Il manuale del papà separato che considera il figlio
"Il ruolo più importante che un uomo possa svolgere nella propria vita è quello di essere padre". Ritrovo questa citazione da Lewis Yablonsky appena apro Il manuale del papà separato, il nuovo libro di Maurizio Quilici in uscita oggi per Datanews. Una frase che è una risposta, sia per quanto riguarda la mia vita privata che per il momento storico, economico e sociale che stiamo vivendo. Un invito, anzitutto, a non sottovalutare il ruolo paterno, a non collocarlo in secondo piano, rispetto alle difficoltà dovute alle varie crisi che oggi, più che mai, viviamo - familiari, in primo luogo, ma anche finanziarie, psichiche, di identità, chi più ne ha più ne metta - e, al limite, una consolazione o una scoperta. Di certo, quello del ruolo fondamentale dell'essere padre, che fa il paio con il figlio e la costante considerazione di un binomio imprescindibile, è il leitmotiv di questa pubblicazione. "Considera sempre il figlio, se ti stai separando, e pensa a cosa è deve essere un genitore,": è questo, in estrema sintesi, il consiglio che Quilici rivolge ai padri, ma anche alle madri, e che traspare in ogni pagina del suo libro.
In Italia, ogni anno circa 170mila persone vivono la separazione e circa centomila bambini e ragazzi vedono uno dei genitori – quasi sempre il padre – allontanarsi. Un evento che inevitabilmente si accompagna a una dolorosa sensazione di vuoto, di perdita, di fallimento; una tempesta che si abbatte sugli adulti, ma che non risparmia i bambini, e che altera profondamente il senso di identità sia degli uni che degli altri.  L’uomo, che in questa particolare circostanza rappresenta la parte debole, è investito da problemi legali, psicologici, affettivi, relazionali, economici e rischia di trovarsi in condizioni disperate. Emozioni fortissime, dubbi, perplessità. E tante domande: come dirò a mio figlio che presto lascerò questa casa? Come scegliere l’avvocato? Potrebbe fare al mio caso la Mediazione Familiare? E’ vero che i figli saranno affidati a lei? E allora l’affido condiviso? Che fare se mia moglie non mi farà vedere i bambini? Che cos’è la PAS?  A queste e a molte altre domande vuole rispondere – in modo chiaro per i non “addetti i lavori”, ma anche con ricchezza di riferimenti giudiziari e bibliografici per gli “esperti” – il libro di Quilici. Un testo che si rivolge ai padri ma che farebbero bene a leggere anche le madri, separate e no. Non solo perché una separazione (esattamente come un matrimonio…) va affrontata in due, ma perché molte informazioni e spiegazioni – certamente utili ad entrambi come antidoto – possono servire ad una coppia “a rischio” come prevenzione. E sulla prevenzione l’autore insiste molto, ammonendo e ripetendo più volte che la separazione, talora inevitabile e persino auspicabile, costituisce sempre un trauma per i figli; ma aggiungendo che il peso di questo trauma può essere superabile o insostenibile a seconda di come i genitori lo vivono (e lo fanno vivere ai figli).  Quilici, giornalista professionista, si occupa di paternità da oltre quarant’anni. Laureato in Giurisprudenza con una tesi in Criminologia sulla deprivazione paterna, ha conseguito un Master in Diritto minorile all’Università “La Sapienza” di Roma e si è quindi perfezionato nella Mediazione Familiare. È autore di numerosi saggi fra i quali Il padre ombra (Giardini 1988), che ha ricevuto un Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio, Onora il padre e la madre (Bompiani 2001), Storia della paternità (Fazi 2010). Ha collaborato con la SIPs (Società Italiana di Psicologia). Nel 1988 ha fondato l’I.S.P., Istituto di studi sulla paternità, di cui è presidente.

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