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il momento

Creato il 23 giugno 2013 da Femina_versi @MicaelaTweets

Ecco, è arrivato il momento.

In genere non mi promuovo in queste pagine: per la mia ossessiva coerenza ho suddiviso il blog in due in modo da tenere ordinate le informazioni sulla mia scrittura in uno spazio apposito, così da tediare solo quelle due o tre persone interessate o che ci capitano per caso perché stavan cercando youporn e google ha fatto di tutte le femina un fascio.

Mentre qua mi sono relegata nella (o regalata la) zona franca del liber pensiero, così ad tediare le altre tre o quattro persone che si annoiavano pure su youporn.

Ma questa volta devo, devo far lo sforzo di aprire una porta, perché è arrivato il momento.

Il momento arriva in genere dopo tante idee, altrettanti (e forse di più) sogni immancabilmente ad occhi aperti fatti nelle ore più strane, dove ho dialogato in modo immaginario con decine di personaggi più o meno importanti, più o meno ancora in vita, che hanno nutrito e aiutato a dare forma al mio pensiero, mentre la pasta immancabilmente scuoceva ed il lavandino esondava.

Il momento arriva dopo l’immane sforzo di tradurre l’idea in opera, in oggetto concreto: sforzo che dura mesi, talvolta anni; che si genera durante il lavoro o la vita che segue e le relative rinunce, alla ricerca della biro (introvabile come il Graal) e del foglio su cui fissar parole, dopo infinite palline di carta lanciate nella stanza, infiniti versi, rime, assonanze svaniti nell’attimo di un amen giusto appena dopo che mi avevano illuminato la mente mentre solo qualcuno veniva faticosamente recuperato e sistemato in un disegno ritmico, organico, giocoso, serio.

Dopo le interruzioni immancabili ed inesorabili di compagni, figli, mamme che rimuovono psicologicamente l’incredibile fatto che tu voglia scrivere … ed il solito lavandino che esondava.

Il momento arriva quando è tutto finito: risolti i problemi tecnici, sfrangiati gli eccessi, giocato tutti i ruoli perché quando si appartiene alla stirpe dei non collocabili, dei fuori target,  di quelli che non cercan gloria ma hanno solo la passione del canto si viene automaticamente iscritti nel club privé dei perdenti dove ovviamente non c’è mai nessuno la sera che lo frequenti tu.

E quando infine arriva – quel momento tanto atteso – ci si sente come pulviscolo nell’universo mentre rimbomba nell’animo la fatidica domanda: perché?

Perché mettersi a nudo così, buttar parole in un mondo già stracarico di parole, sprecar concetti tra il junk food del pensiero, sbattersi in questa solitaria navigando oceani abitati solo da qualche arcaico cetaceo?

No, basta: sarà l’ultima volta. L’ultima volta che scrivo, che ci provo,  che perdo tempo a vomitar me sessa. L’ultima volta che mostro il mio volto. La mediocrità, la leggerezza del qualunquismo mi salveranno.

Era solstizio estivo e mentre mi dipanavo con il lato A del mio cervello in queste filosofiche meditazioni esistenziali, con il lato B scorgevo Al Pacino che entrava di soppiatto tra i Vendicatopi, nell’ultimo numero di Rat-Man che stavo appunto leggendo,  proprio nell’attimo di maggior sconforto di quella squadra di anti-eroi, perdenti sin dalla matita, e li esortava a non mollare nonostante le sconfitte perché la resa diventa presto una cattiva abitudine …

vendicatopi

… in quel momento suonava il campanello: era il corriere.

L’editore mi aveva spedito le copie del mio nuovo libro, Femina Versi era nata. Non ci sarebbe stata resa, nonostante le sconfitte.

il momento

Femina Versi
Micaela Balìce
Ed. Simple, 2013
poesia

Foto: Rat-Man nr. 96, Leo Ortolani



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