Secondo i PM della procura di Biella l’ex amministratore delegato di Intesa San Paolo ha fatto transitare dei “pronti contro termine” su un veicolo finanziario britannico per sfruttare la differenza sulle imposte fiscali. Ovvero, ha spostato capitali all’estero per non pagare le tasse in Italia
ROMA – «Non può più essere considerata furbizia non pagare le tasse, non può essere considerato accettabile che chi ha uno stile di vita di buon livello non abbia poi una sua quota di partecipazione agli oneri pubblici», con queste parole il Ministro del (sotto)sviluppo Corrado Passera lo scorso 31 marzo faceva la morale agli italiani, ergendosi a grande statista che ha a cuore il destino dello stivale e dei suoi 60 milioni di abitanti.
INDAGATO PER FRODE FISCALE – La notizia filtrata nella giornata di ieri da La Stampa, racconta non del Passera statista pronto a correre da Premier nel 2013, ma del Passera banchiere, a.d. di Intesa San Paolo che con un escamotage finanziario froda il fisco italiano. Il giochetto è semplice: secondo i PM della procura di Biella Ernesto Napolillo e Francesco Alvino, Intesa San Paolo ha fatto transitare tra il 2006 e il 2007 dei “pronti contro termine” (una manovra finanziaria che vede una banca cedere temporaneamente dei titoli obbligazionari ad un acquirente in cambio di denaro, scaduto il termine l’acquirente restituisce i titoli e la banca il denaro, generalmente di cifra superiore a quella iniziale) su un veicolo finanziario britannico, il Defense II, per sfruttare la differenza asimmetrica sulle imposte fiscali britanniche e quelle italiane. Alla fine della partita di giro, Passera faceva risultare di aver pagato (a prezzo minore) le imposte fiscali dell’operazione all’estero, vantando quindi dei crediti fiscali qui in Italia. In poche parole Intesa San Paolo ha spostato dei capitali all’estero per non pagare le tasse in Italia. Una furbata bella e buona che non è sfuggita all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza di Milano che ha iniziato le indagini per poi passarle alla procura di Brescia, essendo la partita di giro transitata dalla Biverbanca, all’epoca dei fatti controllata da Banca Intesa.
DIMISSIONI IN VISTA? -Passera non è il primo membro del Governo (che ha imposto lacrime e sangue a suon di tasse e controlli fiscali stile gestapo agli italiani) ad essere indagato per frode fiscale: stessa sorte era capitata nemmeno due mesi fa all’ex Sottosegretario alla Giustizia Zoppiniche si era dovuto immediatamente dimettere. Il banchiere Passera farà lo stesso? Difficile a dirsi, l’ex ad di Intesa San Paolo ha investito molto nella sua immagine e nel suo nuovo ruolo, rinunciando ad un reddito di 3,5 milioni di euro annui per diventare ministro del Governo Monti e guadagnare “appena” 230 mila euro annui (lordi). Con una perdita di ben 3,3 milioni l’anno, Corrado Passera – è proprio il caso di dirlo – dopo le dimissioni di Berlusconi è stato folgorato dall’apparizione di Mario Monti sulla via di Damasco immolandosi alla causa. Non a caso lui era l’ad di una Banca che si chiama San Paolo…
LE GAFFE DEI MORALISTI – Di sicuro c’è che questo Governo, oltre ad aver sbagliato manovre politico-economiche distruggendo quel che rimaneva del tessuto produttivo italiano per svenderlo alla stessa finanza internazionale che lo ha imposto a Palazzo Chigi a colpi di Spread, passerà alla storia per le gaffe e per l’ipocrisia dei suoi componenti che fanno la morale al popolo davanti alle telecamere, mentre nascondono nei loro armadi una collezione infinita di scheletri.
Twitter @francescofilini