Volevamo che fosse ricordata come la 5^ Coppa Italia della storia, come il 9^ trofeo in bacheca, il secondo dell’era De Laurentiis, ma il trionfo di stasera del Napoli sulla Fiorentina avrà, purtroppo, una macchia indelebile per ciò che è successo fuori dal campo.
Colpi di pistola, feriti, lanci di petardi e scontri: una vera e propria guerriglia ha caratterizzato la vigilia del match. Alta tensione soprattutto in viale di Tor del Quinto, dove tre tifosi del Napoli vengono raggiunti da colpi di pistola: due di questi sono ancora in condizioni gravissime. Si tratta di Ciro Esposito, 30enne di Secondigliano, ferito al torace e ricoverato a Villa San Pietro, Alfredo Esposito, 43 anni, colpito alla mano destra e di Gennaro Fioretti, 32 anni, trasportato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito con ferite da colpi d’arma da fuoco ad un braccio e ad una mano. L’episodio è ancora tutto da chiarire: secondo la Questura, la sparatoria non è scaturita da sconti tra tifoserie ma da “cause occasionali, che non hanno nessun legame con la partita”. Ma altre fonti sottolineano come i supporter del Napoli siano stati accerchiati e attaccati da elementi estranei a tifosi della Fiorentina e ritengono probabile il coinvolgimento di ultras di Roma e Lazio. Intanto, la pistola sembra essere stata ritrovata in un vivaio e la polizia sta indagando per rintracciare il proprietario. Scontri anche all’altezza del Ponte della Musica, nei pressi dello Stadio Olimpico, dove gli ultrà delle due squadre si sono fronteggiati per qualche minuto lanciando petardi contro le tifoserie avversarie: il bilancio finale è di una decina di feriti.
La tensione giunge anche allo stadio Olimpico, dove arriva la notizia del ferito grave. Marek Hamsik viene “incaricato” di parlare con i tifosi, disposti in curva Nord, per calmare le acque e per far sì che la partita si giochi. Durante il colloquio, fitto lancio di petardi e bombe carta nei confronti di giornalisti e steward: a farne le spese è un vigile del fuoco, rimasto, fortunatamente, solo stordito. La dinamica sembra più chiara, i tifosi della Fiorentina non c’entrano nulla, così sono proprio i capi ultras a dare l’ok, incredibile ma vero, al questore e ai dirigenti della polizia, per lo svolgimento della partita (e uno di loro inneggia alla liberazione di Antonino Speziale, il giovane tifoso accusato di aver ucciso il poliziotto Filippo Raciti nel 2007). Napoli-Fiorentina può iniziare (con 45 minuti di ritardo) , ma prima c’è tempo anche per i fischi all’inno nazionale, cantato da Alessandra Amoroso.
Una vigilia così tesa e drammatica non può far da sfondo allo spettacolo che c’è stato sul campo. Napoli e Fiorentina sono, a detta di molti, le squadre che propongono il calcio più bello nel nostro Paese e ne hanno dato dimostrazione anche stasera. La squadra di Benitez si affida sopratutto alle ripartenze dei quattro attaccanti e, per i primi venti minuti, tutto va per il verso giusto: all’11′ e al 17′, è Insigne a regalare a bucare la porta dei Viola, prima con un perfetto destro a giro, poi con un sinistro dai 12 metri. Sembra una partita in discesa per gli azzurri, che sfiorano più volte il terzo gol, ma la Fiorentina riesce ad accorciare le distanze con Vargas, al minuto 29. Da questo momento, cambia il match: sono i ragazzi di Montella a dettare il gioco e ad andare più volte vicino al pareggio. Al 40′ gol annullato ad Aquilani per un dubbio fuorigioco, ma anche il Napoli ha un’ottima occasione con Pandev, che spreca calciando addosso a Neto. Al 34′ della ripresa, un’ingenuità di Inler, che si fa ammonire per la seconda volta, rischia di complicare la partita degli azzurri che però resistono fino alla fine e colpiscono di nuovo in contropiede al 93′ con il solito Mertens. E’ 3-1, ed è di nuovo festa grande per le strade di Napoli, come due anni fa. Per il calcio italiano, invece, è un’altra, amara, sconfitta.