Pascal disse che se il naso di Cleopatra fosse stato diverso da quello riprodotto nelle rarissime raffigurazioni giunte fino a noi la storia avrebbe avuto un esito diverso, dimenticando di valorizzare il resto del corpo della regina dell'Egitto: il cervello, naturalmente.Cleopatra era una donna intelligente, colta, astuta, profonda conoscitrice della cultura mediorientale e curiosa di apprendere quanto l'impero romano poteva offrirle. Conversava in greco e in latino e conosceva le lingue che si parlavano nel suo vastissimo regno.Non credo che Cesare prima e Marco Antonio poi si innamorarono della sua "madrelingua" ma del fatto di poter relazionare con una una donna intelligente.
Sfogliando i quotidiani, soprattutto quelli locali, nell'ultima settimana mi sono soffermata sulle notizie che riguardavano le donne: giovani atlete sorridenti vicine alle medaglie appena guadagnate, dottorande alle prese con la precarietà di un paese mediocre (o con la mediocrità di un paese precario), madri in lista d'attesa per un posto, udite udite, in una scuola pubblica ragionevolmente vicina a casa, famose scrittrici narranti il cieco odio razziale che si è mangiato la loro infanzia, la prima presidente di una camera penale (nel terzo millennio!), l'operaia della Vinyls in sciopero della fame, sopra una torre a 150 metri da terra.E poi loro, gonfi e tronfi nei loro muscoli, maliziosi nei loro corpi lucidi e nei loro sorrisi ammiccanti ed invitanti all'ennesima esibizione in onore della "festa della donna".Come se dopo aver ottenuto con il doppio della fatica e con la metà della ricompensa quanto sarebbe di diritto avere, lo sbracciare urlante (e pagante) di fronte ad un narcisistico concentrato di testosterone fosse una specie di panacea, una ricompensa ambita.Che tristezza. Sapete che vi dico? Passatemi le mimose, grazie. No, non i fiori, direttamente il ramo nodoso. Non è ancora tempo di abbassare la guardia.