Il neo-darwinista Telmo Pievani è uno di quei controversi personaggi che amano strumentalizzare la ricerca scientifica, in particolare biologica, per sostenere posizioni filosofiche/esistenziali. Lo si faceva apertamente durante le ore di "ateismo scientifico" nelle accademie sovietiche, ma avviene ancora oggi molto più subdolamente, come ha spiegato Michele Forastiere recensendo l'ultima fatica di Pievani, "La vita inaspettata" (cfr. Ultimissima 3/9/11).
Una conferma di questo vizietto di Pievani arriva dal sito web "Critica Scientifica" del biologo Enzo Pennetta. Nell'articolo intitolato "Pikaia: il portale dell'epurazione?", il biologo fa notare che Pievani ha inizialmente pubblicato sul suo portale, ww.pikaia.eu, un filmato della presentazione del libro "La "patria" e la "scimmia"" di Antonio De Lauri, dottore di ricerca in Storia presso l'Università degli Studi di Milano ma, improvvisamente, ha deciso inspiegabilmente di epurarlo.
Conoscendo l'ideologia che sostiene il movimento neodarwinista, il prof. Pennetta si è giustamente insospettito e ha voluto approfondire la questione. Da questo screenshot preso dal suo sito, si può certificare che effettivamente il video era stato pubblicato da Pievani. Il filosofo della scienza aveva anche inserito il lavoro di De Lauri tra i "libri consigliati per l'estate". Forse allarmato per essere stato colto in flagrante, Pievani ha fatto ricomparire l'articolo. Come si può vedere però, il video è sparito (forse appena Pievani si è accorto del contenuto) ed è apparso un semplice link a Youtube. Anche l'url e la brevissima e superficiale presentazione appaiono diverse da quelle presenti inizialmente, lo si può verificare da questo screenshot. Seguendo il link (quasi nascosto) che porta a Youtube si può visionare la parte iniziale della conferenza di De Lauri, che però non giustifica i traffici operati da Pievani sul suo sito.
E' soltanto andando a ricercare, sempre su Youtube, l'ultima parte dell'intervento dello storico che la questione diventa molto più chiara. Il ricercatore infatti chiude il suo intervento : "Benché bistrattate per la loro scarsa critica scientifica dagli scienziati evoluzionisti di ieri e di oggi è tuttavia in alcune di queste pagine degli antidarwinisti cattolici ottocenteschi che si trovano alcune lucide riflessioni capaci di portare nuovi lumi e rischiarare il problema sempre aperto delle origini dell'uomo [...]. Le leggi che muovono la natura non sono le stesse che governano le società, la civiltà dell'uomo, le manifestazioni dell'intelligenza umana, i costumi, la cultura [...] allorché si pensi alla fortuna che hanno avuto anche nel Novecento il riduzionismo biologico, il fondamentalismo sociobiologico, le pseudo-teorie razzistiche, ed in generale l'uso improprio delle teorie della natura, ed in particolare del darwinismo, per giustificare ora il capitalismo liberistico, ora il socialismo egualitario [...]. La scienza indaga la natura o la materia, le leggi che essa inferisce non sono applicabili a tutto l'uomo, alla storia, alla cultura, alla società, e non per forza esse confliggono con le religioni, la metafisica, l'apertura alla trascendenza, riguardando queste altri lati dell'uomo e della sua libertà". De Lauri dunque dice apertamente (come ha fatto anche in un articolo su "L'Occidentale") che la teoria di Darwin, oltre ad aver ispirato atroci crudeltà, non è in contrasto con la metafisica e la religione. E' tutto l'opposto di quello che Pievani si è sforzato di far credere nella sua modesta carriera!
Ma l'affanno censorio dei neodarwinisti non potrà mettere a tacere gli storici, come Giorgio Mosse, il quale spiegò nel dettaglio (cfr. "Il razzismo in Europa: dalle origini all'olocausto", Laterza 1994) come tutte le forme di razzismo nate nell'800 e nel '900 (compreso il nazismo) si basarono proprio sulle teorie di Darwin (Hitler e Stalin erano suoi lettori accaniti). Michael Burleigh e Wolfang Wipperman non esitarono invece a dire che "Darwin fu l'involontario progenitore dell'ideologia razzista", la sua teoria della selezione naturale sarà "al centro di tutte le successive elaborazioni razziste" ( "Lo stato razziale. Germania (1933/1045)", Rizzoli 1992). Ma davvero Darwin fu soltanto un ispiratore "involontario"? Si tenga conto che proprio lui riteneva in "Autobiografia" che il cranio più piccolo della donna era segno della sua inferiorità, oppure che lui stesso scrisse: "Noi uomini civili cerchiamo con ogni mezzo di ostacolare il processo di eliminazione, costruiamo ricoveri per gli incapaci, per gli storpi e per i malati, facciamo leggi per i poveri. Vi è ragione di credere che la vaccinazione abbia salvato migliaia di persone che in passato sarebbero morte di vaiolo a causa della loro debole costituzione. Così i membri deboli della nostra società civile si riproducono. Chiunque sia interessato dell'allevamento di animali domestici non dubiterà che questo fatto sia molto dannoso alla razza umana [...]. Eccettuato il caso dell'uomo stesso, difficilmente qualcuno è tanto ignorante da far riprodurre i suoi animali peggiori" (C. Darwin, "L'Origine dell'uomo", Editori Riuniti 1983, pag. 176). E ci sarebbe tanto altro!
Ecco che il cerchio si chiude: se Pievani contribuisse a promuovere tali verità, potrebbe poi partecipare ancora con disinvoltura agli imbarazzanti "Darwin Day", veri e propri festival del culto mistico del naturalista??