Come il nazista dell'Illinois che in “The Blues Brothers” confessa al capo il suo amore omossessuale, così Csanád Szegedi, numero due del partito ultranazionalista, razzista e xenofobo ungherese Jobbik ha scoperto di avere sangue ebraico nelle vene. Non solo: secondo alcune indagini, la nonna di Szegedi, Mgoldna Klein, sarebbe sopravvissuta alla Shoah. Un brutto colpo davvero per il deputato noto per i suoi deliri in cui accusava gli ebrei di “comprarsi il paese”, occupare le posizioni politiche più importanti e profanare i simboli nazionali ungheresi. Infatti, all'epoca della scoperta, circa un anno fa, dichiarava al quotidiano Barikad, vicino al suo partito, di essere piuttosto sconvolto e che gli sarebbe occorso parecchio tempo per “mandare giù” una rivelazione del genere. E alla fine in qualche modo deve averla digerita se ora è andato in tv a confessare il suo dolore per la sorte degli ebrei: “Io sono stato una persona che procurava dolore agli altri, e peggio ancora quando parlavo di Rom o di ebrei istigavo all'odio anche contro i bimbi di quei gruppi”. E a distanza di un anno, ha abbandonato ogni incarico dirigente ed è uscito da Jobbik. “Io sono stato una persona che procurava dolore agli altri, e peggio ancora quando parlavo di Rom o di ebrei istigavo all'odio anche contro i bimbi di quei gruppi”, ha dichiarato in televisione in una sorta di pentimento pubblico. Salvo aggiungere: “Non è questione di quello che voglio essere, l'albero genealogico lo dice chiaramente, io sono ebreo”. Parole che, come ha suggerito Antonio Stango del Partito Radicale Transnazionale, esprimono la stessa visione nazista per cui si sarebbe ebrei “per razza”, non per religione o per cultura, e nessuna conversione potrebbe cancellare questo fatto. Da qui, e non da altro, mi pare, origina la costernazione e il rammarico espressi da Szegedi. C'è da augurarsi che Jobbik vada prima o poi a sfracellarsi come l'auto dei nazisti dell'Illinois in “The Blues Brothers”. Magazine Politica
Come il nazista dell'Illinois che in “The Blues Brothers” confessa al capo il suo amore omossessuale, così Csanád Szegedi, numero due del partito ultranazionalista, razzista e xenofobo ungherese Jobbik ha scoperto di avere sangue ebraico nelle vene. Non solo: secondo alcune indagini, la nonna di Szegedi, Mgoldna Klein, sarebbe sopravvissuta alla Shoah. Un brutto colpo davvero per il deputato noto per i suoi deliri in cui accusava gli ebrei di “comprarsi il paese”, occupare le posizioni politiche più importanti e profanare i simboli nazionali ungheresi. Infatti, all'epoca della scoperta, circa un anno fa, dichiarava al quotidiano Barikad, vicino al suo partito, di essere piuttosto sconvolto e che gli sarebbe occorso parecchio tempo per “mandare giù” una rivelazione del genere. E alla fine in qualche modo deve averla digerita se ora è andato in tv a confessare il suo dolore per la sorte degli ebrei: “Io sono stato una persona che procurava dolore agli altri, e peggio ancora quando parlavo di Rom o di ebrei istigavo all'odio anche contro i bimbi di quei gruppi”. E a distanza di un anno, ha abbandonato ogni incarico dirigente ed è uscito da Jobbik. “Io sono stato una persona che procurava dolore agli altri, e peggio ancora quando parlavo di Rom o di ebrei istigavo all'odio anche contro i bimbi di quei gruppi”, ha dichiarato in televisione in una sorta di pentimento pubblico. Salvo aggiungere: “Non è questione di quello che voglio essere, l'albero genealogico lo dice chiaramente, io sono ebreo”. Parole che, come ha suggerito Antonio Stango del Partito Radicale Transnazionale, esprimono la stessa visione nazista per cui si sarebbe ebrei “per razza”, non per religione o per cultura, e nessuna conversione potrebbe cancellare questo fatto. Da qui, e non da altro, mi pare, origina la costernazione e il rammarico espressi da Szegedi. C'è da augurarsi che Jobbik vada prima o poi a sfracellarsi come l'auto dei nazisti dell'Illinois in “The Blues Brothers”. Possono interessarti anche questi articoli :
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