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Siamo sollevati di vedere come molti compagni da tutta Italia abbiano difeso Andrea e con lui la linea politica decisa e condivisa da tutto il direttivo torinese. C’è un livello personale, è indubbio, ma l’attacco è politico. Gratuito. Ed a freddo, nei confronti di una persona che stava lasciando la giovanile per dedicarsi al Partito a livello locale.
Non spenderemo qui troppe parole a smontare una per una le accuse improbabili e diffamatorie che vengono mosse contro il nostro ex coordinatore, amico e compagno Perno o la rivista Indipendenza: si sanno difendere benissimo da soli. Ci sembra il caso, tuttavia, di portare l’attenzione sui diversi strafalcioni teorici di cui soffre l’elaborato del nostro dirigente nazionale:
1. La fobia di infiltrazioni neo-fasciste aveva senso negli anni ’70. C’era un movimento forte, da controbattere in ogni maniera ed i neo-fascisti erano stati (un’altra volta) le guardie bianche del sistema. Ora è chiaro a tutti, crediamo, come la situazione sia decisamente diversa.
2. L’idea di unire socialismo e patriottismo è alla base di molti movimenti latino-americani, in primis il chavismo. Probabilmente ad una più accurata analisi il dipartimento anti-fascismo dei giovani comunisti in Italia considererebbe come fascista anche tale esperienza, giacché che si basa anche sul concetto di patria (compagni, lo dicono nell’inno, nel motto che urlano per le strade..). Chiariamoci, come se fosse necessario ricordarlo, noi della giovanile di Torino abbiamo tutto l’interesse possibile a dipanare la confusione che ci cela attorno ad alcune realtà che potremmo definire “ambigue”; ma il tentativo del compagno Maffione non aiuta assolutamente a questo discorso e si limita a riciclare materiale vecchio, reperibile on-line da anni nella maggioranza dei casi e frutto di inchieste di discutibile efficacia. Se il dipartimento nazionale vorrà avviare un’indagine finalmente seria sulla nuova destra italiana, la giovanile torinese vi parteciperà più che volentieri.
3. Nel documento si accusa chi sostiene l’uscita dall’Unione Europea o almeno dall’euro di essere: “teorie politiche ed economiche fasciste”. Questa posizione è sostenuta da vari movimenti in Europa, in primis i compagni greci. In Francia Mélenchon è su una posizione più defilata, lasciando intendere che c’è comunque questa possibilità. Lo stesso PRC è, dalla sua nascita, stato praticamente sempre contrario ai vari trattati che si sono succeduti ed è oggi in prima linea contro il fiscal compact. Insomma, persino la Banda Bassotti canta contro “Il mostro di Maastricht”. Di nuovo, si può non concordare. Anche al nostro interno abbiamo posizioni divergenti sul tema. Tuttavia, accusare di fascismo chi è contro l’Unione Europea è una posizione politicamente insostenibile e niente più che una boutade o una chiacchiera da bar sport. Gradiremmo un po’ più di serietà nell’analisi da parte degli organismi competenti.
4. Anche sulla “proliferazione” del fenomeno neo-fascista abbiamo, come comunemente inteso, abbiamo più di qualche dubbio. Forza Nuova è una setta che ha le stesse identiche dimensioni dalla fondazione ad oggi. Casa Pound ha avuto un botto, è vero, ma è chiaro tutti che sia in fase calante da almeno un anno. Una forza xenofoba (possiamo discutere se sia fascista o meno, ma sarebbe più che altro una disquisizione teorica, la contrarietà non cambia) come la Lega è letteralmente implosa nel giro di un mese. Ci piacerebbe dire che tutto ciò è merito nostro, della vigile attenzione di tutti i compagni e le compagne che si sono impegnati e si impegnano contro questi rifiuti della storia. Purtroppo la realtà appare ben diversa: non servono. Non servono i fascisti quando il Partito Democratico vota la riforma dell’articolo 18 ed il pareggio di bilancio in costituzione. Fanno solo bassa militanza di strada di tanto in tanto, purtroppo per i compagni che sono stati da loro aggrediti e a cui diamo la nostra solidarietà. Questo passaggio è un ragionamento politico, a nostro dire importante. Ed in questo punto troviamo carente l’analisi proposta dal compagno Maffione.
Ci preme inoltre sapere in che modo il nostro lavoro possa aver disturbato i compagni del nazionale tanto da muoverci accuse così gravi. Il nostro lavoro è stato ineccepibile, la nostra trasparenza inequivocabile. E come potrebbe essere altrimenti, quando non vi è nulla da nascondere? In diverse occasioni abbiamo avuto l'onore di ospitare contemporaneamente, oltre ai compagni di Indipendenza, dirigenti di Partito ed ex partigiani iscritti all'ANPI.
Per terminare e non dilungarci oltre: il compagno Maffione accusa il blog del compagno Salutari di diffondere contenuti anti-semiti. Non ci risulta che vi siano articoli del genere. Sarebbe d’uopo utilizzare le moderne tecnologie (basta Google, compagni) per effettuare un briciolo di controllo.
Le parole usate contro i nostri compagni sono un insulto a tutto il lavoro che la giovanile di Torino ha svolto proficuamente con loro, con grande dedizione e umiltà.
Lavoro di cui siamo fieri e su cui siamo pronti a discutere. Da sempre, siamo aperti alle critiche. Non agli insulti. E per noi essere etichettati come fascisti e antisemiti è un insulto.
Non abbiamo paura del confronto, e speriamo di incontrare al più presto il compagno Maffione per una discussione aperta e ragionevole. Se vorrà passare da Torino, potremo parlare anche con toni forti e aspri, ma sempre nel rispetto di una comune appartenenza politica. Rispetto di cui non vi è traccia nell’articolo incriminato.
Auspichiamo tuttavia delle scuse, anche in forma privata (non siamo la Santa Inquisizione) per i contenuti denigratori nei confronti del compagno Salutari.
Giovani Comunisti Torino
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