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Come stavo dicendo, la triste misura dello stallo nel quale si trova il confronto politico, più che il comportamento, secondo me di comodo disimpegno sprezzante, del M5S, la dà soprattutto la tradizionale classe politica. Anziché un cambio di marcia, un salto di qualità, si traveste l'approssimazione sotto abiti di cambiamento apparente. Non se ne esce. Lo dimostra quella parte che non perde occasione per autoproclamarsi rappresentativa in esclusiva dell'Italia Giusta (che a rappresentare l'Italia Libera ci pensano già gli altri).
Se negli ultimi anni campagna e linea politiche del Partito Democratico fossero state, per efficacia e cura dei particolari, all'altezza di quelle pubblicitarie, oggi la Sinistra sarebbe rappresentata da un solida, ben definita compagine.
Le campagne pubblicitarie sono affidate a professionisti, nulla è lasciato al caso: dall'inquadratura del cipiglio corrucciato e preoccupato del suo pensoso leader, alle maniche faticosamente rimboccate di una camicia puntualmente candida, dal sigaro che ammicca al rebelde ruspante che c'è in te, agli slogan a effetto.
Poi, da Crozza si passa a Bersani, da quelle sui cartelloni si passa alle campagne sul campo, e puntualmente ci si ritrova in una desolata terra di mezzo, collocabile tra una vittoria di Caporetto e una sconfitta di Pirro. E abbiamo trovato la giusta collocazione per il il partito dell'Italia giusta, ai gridi di battaglia Qua o vincono loro o perdiamo noi!, Smacchieremo il leopardo! (che t'ha fatto di male, pora bestia?!), Ti conosco mascherina! (sic!, sic!!, sic!!! che proprio non si riesce a mandarlo giù)
Ma la fucina del PD risplende sempre di braci ardenti.
Così abbiamo Renzi che va in cerca dell'investitura per il cambiamento con una comparsata da Amici. Uno che va ad agghindarsi come Fonzie alla corte di Maria De Filippi è il più degno testimonial di una compagine politica sempre più sinistrata, prima alienata dalla propria parte sociale, ora in definitiva dissociazione mentale anche da se stessa.
Vesti moderno e casual, frequenta i posti giusti! E vedrai che anche cambiamento e rinnovamento saranno frutto del casual!
Sulla scia dell'ammiccamento american style delle Primarie, tra poco vedremo i contendenti sfidarsi, andando a fare le pizze e a saldare una giuntura a fianco dei lavoratori.
Non apprezzo granché chi si sottrae ai micofoni, liquidando tutto come "stampa di regime".
Non apprezzo nemmeno chi, non intervenendo o lasciando anzitempo le riunioni di partito, va a esporre il proprio punto di vista nei talk show. Fonzie, almeno, era uno che parlava in faccia.
fonte: Makkox
Nel mentre, qualche giorno fa, la portavoce di Renzi è andata a Otto e Mezzo dalla Gruber a postare il suo profondo status in stile facebook, in merito a quella ciofeca selettiva delle Primarie, spacciata dal Centrosinistra come innovativo strumento di partecipazione democratica.
"Le primarie sono bellissime!" [Maria Elena Boschi]
Classe '81: magari che l'essere giovani non sia il requisito sufficiente e forse nemmeno indispensabile per svecchiare la partitocrazia?
Si vede che ho una differente concezione dei connotati estetici indispensabili per fare di un'intenzione abbozzata alla meno peggio, un gioiellino di partecipazione democratica. Non amo i look sbarazzini, quando servono a celare superficialità e approssimazione.
Le Primarie del PD potrebbero essere un'esperienza bellissima. Ma così concepite sono poco più che retorica fritta. Conosco gente che so per certo aver poi votato Centrodestra, ma che è andata a votare per scegliersi il leader da appioppare alla coalizione opposta. Il brain storming delle geniali menti della Direzione PD non ha saputo concepire nulla di meglio che una generica partecipazione né certificata né vincolante, per scegliere tra duebarratre insignificanti dati anagrafici.
Mi tocca fare l'avvocato difensore del M5S! Imbarazzante
Effettivamente, per chi ambisce a un posto statale di vertice e ben retribuito, poter presentare domanda d'assunzione indicando nel curriculum soltanto Nome, Cognome, Data di Nascita, costituisce una bellissima esperienza (di quelle che io le lovvo un sacco le Primarie).
Si sta facendo il minimo indispensabile per potersi dire innovativi.
Si spera di rinnovare la linea cambiando il guardaroba.
Si spera di celare la mancanza di forma mentis affidandosi a un approccio informale.
Si spera di evitare l'evidenza di un tonto mastodonte PD che sta andando a morire con lacerazioni interne, con dichiarazioni sbarazzine, invece di sbarazzarsi seriamente del moribondo.
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Come i Cinquestelle che occupano il Parlamento, anche le Primarie del PD sono lo specchio dei tempi: allestimenti di scenette da varietà elevati al rango di seri strumenti d'azione politica.
È il massimo sforzo d'intelligenza politica che la nostra società riesca a esprimere.
Ed è preoccupante indice dell'effettiva forza di cambiamento del M5S che, visto il misero spessore degli avversari, invece di andarli a scovare fino nei cessi del Transatlantico per portarli a sedere a un tavolo di governo condiviso e testarne (e quindi davvero denunciarne) i fattori di bluff e sgretolabilità, ci si limiti a non dare la mano alla Bindi, a prendere per il culo Gasparri, e a tenerli a distanza di sicurezza.
Adesso partiranno i facili e sterili pistolotti moralistici di Grillo anche sui doppi, tripli, quadrupli incarichi dei parlamentari della Casta, quando, da dentro il Governo, il M5S avrebbe potuto provare a intervenire fattivamente e con seria incisività sull'ennesima schifezza conclamata.
PD e PDL non chiedono di meglio per tirare a campare: starsene appartati e protetti dagli steccati che il M5S erige per conto loro.
Si vede che una distanza di non belligerante inconcludenza, fatta di guerra di trincea che logora soltanto il Paese con colpi a salve e vaffanculo, in fondo in fondo, fa comodo a tutti e tre.
K.