Ma insomma, la Padania esiste o no?
Il temibile quesito, lanciato dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, irrita i padani di Umberto Bossi, ministro di qualcosa che riguarda il federalismo che gli italiani non ricordano bene, il governo nemmeno (tant’è che gli hanno nominato un altro ministro con più o meno lo stasso incarico: se va così finiremo per avere il ministero del Fe, quello del Dera e inevitabilmente quello del Lismo) e forse neanche lui.
Alcune considerazioni transeunti:
- La Padania esiste eccome. Esce in edicola tutte più o meno le mattine, costa un euro, io non la compro, non ho mai visto nessuno che la compri o che ce l’abbia in mano de non nei raduni politici leghisti in Tv. Ma c’è. So anche dove ha la redazione, quella roba faraonica (sospetto pagata con soldi nostri) dalle parti di Affori… Insomma, è un giornale.
- Mio padre e un suo amico, di Parma, da giovani (anni ‘40 o ‘50) parlavano già di Padania o indifferentemente di Culonia come di quella zona dove le donne andavano in bici (dunque non in collina) mostrando gli ampi deretani… Per me è sempre stata quella roba lì.
- Non reggono i paragoni con “altre zone europee a rischio secessione” come le Fiandre, la Baviera, la Catalogna, i Paesi Baschi, la Corsica eccetera. Perché sono entità storiche ben definite, in passato già stati nazionali, fra l’altro più paragonabili alle nostre Regioni che ad improbabili aggregati sovraregionali. Dunque si parli effettivamente di Lombardia (o al limite di Ducato di Milano, che comprendeva anche il Monferrato, la Liguria, la provincia di Piacenza e il Canton Ticino), non di Padania, per favore.
- Che poi la Padania, se come minimo comun denominatore deve avere il Po, che cosa comprenderebbe? Tutto il Nord ma non le zone di montagna (tipo Val d’Aosta e Trentino Alto Adige, le regaliamo a Svizzera e Austria? E poi dove vanno a sciare torinesi e milanesi?) e la Liguria? I genovesi dove li mettiamo, non sono Padani, dunque nordici, e allora sono meridionali? E i romagnoli c’entrano o fanno invece parte della supposta Piadinia con sfilate di nerboruti bagnini che trasportano pattini?
- La Padania storicamente non esiste, ma se si continua a parlarne come di una patria e di secessione, alla fine, si rischia di farla esistere eccome. Peraltro non mi pare che gli adunanti di Pontida con le loro idee confuse, il loro italiano approssimativo, gli elmi con le corna di bue (celti? vichinghi? ragionieri con la moglie allegra?) e l’età media del pensionato siano un gran rischio. Diciamo semplicemente che chi vuole la secessione gli si taglia la pensione e il problema (forse) si risolve da solo.
- Detta così, la Padania ricorda la Ruritania della Vedova allegra. Cioè un paese da operetta dove tutto va ben e dove tuitti cantano (ma i cori del Và pensiero di Pontida rivelano una nazione di stonati che a Verdi non fa mica molto onore). Insomma il paese di Cuccagna, o Cockaigne, detto all’anglosassone. O Il paese dei campanelli, che è del 1923. Aggiornato a oggi, Il paese dei videocitofoni…
Voi cosa ne pensate? Graditi i commenti…