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Il papa umanista

Creato il 19 agosto 2013 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, eletto papa il 19 agosto del 1458, fu una figura straordinaria di uomo moderno, la perfetta sintesi dell'ideale umanistico del cittadino politicamente attivo e studioso della classicità. Si intende, l'ambito civile in cui si muoveva il Piccolomini era in realtà un contesto governativo ecclesiastico, ma, prima di essere papa, egli fu una personalità importante nell'assolvimento di diversi incarichi politici e diplomatici.
Il papa umanista
Pio II ebbe un ruolo fondamentale nella riconciliazione della Chiesa, lacerata dalla questione del rapporto fra il papato e il Concilio e della superiorità di uno sull'altro: si avvicinò al problema da semplice segretario di un aspirante cardinale e giunse ad una parziale pacificazione una volta eletto pontefice, sfruttando soprattutto i legami con il mondo tedesco contratti durante il soggiorno presso la corte imperiale di Federico III e spostando l'attenzione del mondo cattolico dall'interno all'esterno, nell'ottica di un'azione comune contro gli Ottomani freschi della conquista di Costantinopoli (1453), rimasta però poco più che un progetto ideale.
Enea Silvio Piccolomini era già poeta laureato quando divenne papa; erano apprezzate le sue poesie giovanili, che, però, con la salita al soglio pontificio, vennero quasi censurate in favore di una produzione storico-politica di ampio respiro.
Le sue opere più importanti[1] sono la Storia dei due amanti (Historia de duobus amantibus), scritta nel 1444, e i Diari di eventi memorabili (Commentarii rerum memorabilium), redatti a partire dalle'elezione papale e fino alla morte, avvenuta nel 1464.
Il papa umanista La Libreria Piccolomini, presso il Duomo di Siena,
voluta dal nipote di Pio II per raccogliere il patrimonio bibliografico dello zio
La prima delle due opere contiene la narrazione, condotta in forma epistolare, della vicenda amorosa della nobildonna Lucrezia e di Eurialo, funzionario dell'imperatore Sigismondo. Sebbene si tratti di una storia tragica (inevitabile sarà alla fine la separazione dei due amanti), la narrazione è costellata da una serie di episodi che attingono un po'al mito, un po'alla letteratura boccacciana, con il frequente ricorso alle beffe a danno del marito di Lucrezia. Oltre alla straordinaria scelta della forma epistolare, l'Historia presenta una modalità narrativa innovativa, fatta di sovrapposizioni di piani cronologici e di raffinate indagini psicologiche da parte dell'autore.
I Commentarii, invece, costituiscono un riassunto dettagliato degli accadimenti compresi fra l'elezione di Pio II e la preparazione della crociata contro i Turchi da lui voluta, ma miseramente fallita a causa della mancanza di coesione fra le forze coinvolte. In questo testo il Piccolomini svela gli aspetti più scomodi della vita ecclesiastica e dello svolgimento dello stesso conclave, parla della guerra angioino-aragonese per il possesso del meridione e presenta le proprie speranze sull'intervento militare contro gli infedeli. L'opera prende a modello Cesare nella scelta del diario e della narrazione in terza persona, ma aspira ad un legame con l'Eneide virgiliana nell'adozione del numero canonico dei dodici libri.
Pio II fu umanista anche nella concezione dello spazio, perché si impegnò attivamente nella realizzazione di una città ideale (commissionata a Bernardo Rossellino), massimo interesse degli artisti e architetti rinascimentali. Scelse di attuare il suo piano urbanistico nella cittadina senese di Corsignano di Val d'Orcia, suo luogo natale, che in onore del pontefice avrebbe poi preso il nome di Pienza. La piazza principale ricevette un impianto trapezoidale con il duomo sul lato corto (con l'abside rivolta alla valle), un colonnato sul lato lungo opposto e due palazzi (Palazzo Piccolomini e la sede del vescovo) sui lati obliqui. Il risultato è un ambiente piccolo e compesso, che spinge lungo i due corridoi laterali al duomo, che sboccano direttamente su un corridoio panoramico aperto sulla campagna circostante fino al Monte Amiata.
Il papa umanista
Enea Silvio Piccolomini fu, dunque, un papa umanista, una figura dimostratasi in grado di coniugare letteratura, impegno politico-religioso e arte: un compito che sembrava derivargli dai suoi nobili natali, che la mitologia familiare faceva risalire niente meno che all'Enea figlio di Venere cui Roma stessa doveva la propria fondazione.
C.M.
NOTE:
[1] Il Piccolomini fu infatti autore anche di una commedia (Chrysis), di alcuni epigrammi e di altri scritti storici, fra cui l'Historia Bohemica, l'Historia rerum Frederici III imperatoris, un testo sull'educazione e diversi libelli riguardanti le vicende del Concilio di Basilea.

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