Titolo: Il peccato
Autore: Giovanni Boine
Editore: Kogoi
Anno: 2013
Scrittore appartenente alla corrente dei “vociani”, letterati legati alla rivista culturale “La voce” che vide tra gli altri anche Giovanni Papini, Boine, sia pur giovanissimo (morì di tisi appena trentenne) seppe ritagliarsi una buona notorietà in campo letterario grazie alle sue indubbie doti di scrittore e di critico. Il romanzo “Il peccato”, scritto un secolo fa, nel 1913, ripercorre la scìa di Manzoni e Verga per la tematica affrontata: la novizia che si innamora ed inevitabilmente entra in crisi mistica.
La scrittura di Boine è articolata, ricercata. La narrazione cronologica viene infatti soppiantata e, come per Joyce e Proust, è adottata la tecnica del flusso di coscienza, che fornisce un migliore inquadramento psicologico dei personaggi ma talora può disorientare il lettore con frequenti oscillamenti temporali.
La figura della protagonista femminile, sia nella seconda che nella terza parte del romanzo, ha un buon approfondimento. Stesso discorso vale per il protagonista maschile, che cela lo scrittore medesimo.
Il romanzo appartiene a quella serie di opere giovanili, o di formazione, che ci presentano dei personaggi di giovane età alle prese con turbamenti e scelte spesso difficili. Da qui nasce la scrittura frammentaria, testimone di un tormento interiore di natura autobiografica.
Moderno l’approccio con gli autori di lingua straniera; diverse sono infatti le citazioni in lingua spagnola tratte dalle riflessioni di Santa Teresa.
Così come accadde per Joyce, che contemporaneamente a Boine redigeva il suo romanzo a ispirazione autobiografica “Dedalus”, incentrato su un giovane intellettuale a disagio nella natìa Irlanda troppo legata a rigidi precetti, anche Boine illustra le difficoltà incontrate da un’anima in fieri che poco accetta le convenzioni sociali.
Immortali le tematiche, anche se rese con un linguaggio a volte ostico che necessita un approfondimento. Il romanzo di Boine è da riscoprire soprattutto perché lo scrittore traduce nella vicenda la necessità di dover mediare dal lirismo vociano all'esigenza di un rapporto più concreto con la realtà esterna. Il titolo “Il peccato” non si riferisce infatti all’innamoramento proibito per la novizia bensì al tradimento degli antichi ideali per una dimensione meno alta e più comune.