“Un giorno l’amore finisce e basta. E lo fa così, un mercoledì sera, senza preavviso. Sei lì che guardi “Chi l’ha visto”, con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo, e lo osservi, e ti sembra di vederlo per la prima volta, che mangia fissando lo schermo, una forchettata di pasta dopo l’altra, e ti rendi conto che non ce la fai più. Ma nemmeno un po’. E che non puoi resistere un altro minuto seduta su quel divano con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo. Cioè, per carità, gli vuoi un bene dell’anima, e se avesse bisogno di un rene glielo daresti senza batter ciglio, ma ecco, è lì il problema: preferiresti dargli un rene che non un’altra parte di te… E questo perché? Perché, ripeto, un giorno finisce e basta. È così che va la vita, non c’è mai un lieto fine, c’è solo una fine”.
È con questa amara consapevolezza che Francesca cerca di fare i conti lavorando come una matta, perché il lavoro è l’unica parte della sua vita che riesce a tenere sotto controllo e che non la delude mai. Il resto è una catastrofe: il fidanzato devoto ma dinamico come una mensola; il capo, un editore megalomane ignorante detto anche Mr. Big (per chi segue Sex&TheCity non per chi ricorda il bell’uomo fidanzato di Carrie ma perché si chiama Bigazzi) e che la schiavizza. E tutto questo porta Francesca a soffrire di insonnia. Ma la notte quando tutto tace Francesca cucina, sforna tantissimi dolci. Ma una nuova conoscenza è dietro l’angolo che porterà la protagonista ad interrogarsi su sul sottilissimo confine che, nel cuore, separa l’abitudine dall’infelicità, la sicurezza dall’imprevedibilità dell’amore. Il peso specifico dell’amore è un romanzo fresco, godibile. Federica Bosco si riconferma un’autrice capace di parlare dell’amore con intelligenza, sagacia e quell’ironia che è la ciliegina sulla torta delle sue imprevedibili storie.
Abbiamo raggiunto Federica per farle qualche domanda in più sul suo nuovo romanzo.
In questo romanzo descrivi la fine dell’amore. E’ una tappa inevitabile nelle relazioni?
Non necessariamente, anche se la fine in natura è inevitabile, è possibile riuscire a mantenere un rapporto vivo nonostante gli anni che passano, ma ciò richiede una forza, una maturità e un impegno costanti, ed è molto difficile, soprattutto oggi, tenere duro e andare avanti quando subentra la noia e l’abitudine.
Come si tiene vivo l’amore nel tempo?
Purtroppo sono ferrata solo sulla teoria! Posso dire però che conosco 3 coppie che stanno sopravvivendo all’ “usura del tempo” e il loro segreto, mi sembra, essere quello di rimanere sempre molto concentrati sull’ altro, senza però rinunciare mai ai propri spazi e alle proprie passioni, senza cioè dissolversi nell’altro.
Ci descrivi Francesca la tua nuova protagonista?
Francesca lavora come editor in una casa editrice alle dipendenze di un Editore con manie di grandezza che la fa sgobbare come una schiava prospettandole una promozione. Ma lei lavora tanto anche perché è l’unica cosa che sa di riuscire a fare davvero bene, mentre nel resto della sua vita si sente un fallimento totale. Ha un compagno, Edoardo, che crede di non amare più nonostante gli voglia un bene dell’ anima che, al contrario, l’adora e la tratta come una bambola di porcellana, e una mamma fortemente depressa in una casa di cura dove è stata messa dalla zia dopo che ha tentato il suicidio. Per questo si sente costantemente in colpa e sbagliata. L’ ironia è la sua unica arma per andare avanti. Quando non riesce a dormire la notte prepara quantità di dolci che non assaggia perché li odia, perché è l’ unica cosa che la rilassa e la fa sentire vicina a sua madre che era una splendida e talentuosa pasticceria prima di ammalarsi.
Dove trovi ispirazione per i tuoi personaggi?
Dalle persone che ho vicino o che incontro casualmente.
Quali sono i “mali” per una relazione?
Darsi per scontati, non sorprendersi più, non crescere.
A tuo giudizio, qual è il peso specifico dell’amore?
E’ quello che rimane in perfetto equilibrio fra l’ innamoramento,e l’abitudine.