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IL PM FIORILLO "MARONI NON DICE LA VERITà"

Creato il 16 novembre 2010 da Madyur

Quanto dichiarato dal ministro dell'Interno Maroni sulla vicenda di Ruby "non corrisponde" alla diretta esperienza da Annamaria Fiorillo, il Pubblico ministero al tribunale dei Minori di Milano che fu interpellata la notte in cui la giovane venne fermata.
Intervistata da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione "In mezz'ora" su Rai3, Fiorillo ha ribadito che quanto da lei vissuto "non e' conforme alla versione" fornita dal ministro.
Maroni e' allora stato bugiardo? Ha chiesto Annunziata: "Per carita' - ha risposto il magistrato - io mi riferisco a quello che lui ha detto, penso che si sia documentato o abbia avuto persone che gli hanno sottoposto documenti o interpretazioni, io ne prendo atto ma cio' non corrisponde alla mia diretta esperienza".
La versione dei fatti del ministro Maroni sulla vicenda Ruby può essere stata dettata da una sorta di "ragione di stato", dice la pm dei minori che ripete di non riconoscersi nelle parole del ministro.
La Fiorillo, quando le viene chiesto se ci sia o meno buona fede da parte del governo, risponde: "Non sono in grado di valutare se c'è buona fede o malafede, non mi compete assolutamente. Lui (Maroni, ndr) parlava a nome del Governo, quindi avrà anche delle ragioni politiche per aver detto quello che ha detto. Potrebbe essere... chiamiamola in modo molto generico 'ragione di stato'. Ma qualunque ragione di stato non può essere cos assorbente da superare la violazione della legalità".
Il commissario Giorgia Iafrate, la notte del fermo di Ruby, "era in difficoltà", e "avrei dovuto capire che era costretta".
"Credo di aver commesso un errore, quella notte: avrei dovuto comprendere che questa persona (la Iafrate, ndr) era in difficoltà, che era costretta. Aveva questa impostazione rigidissima, parlava quasi senza neanche ascoltare quello che dicessi. Io dissi anche 'lei si assumerà le sue responsabilità'. Avrei invece dovuto capire e dire: faccia quello che le ho detto di fare e se ha qualche problema mi passi i suoi".
"Quando ho parlato con la funzionaria della questura, - aggiunge - aveva questo tono molto... Come se dovesse svolgere un certo comportamento, era molto rigida. E io mi sono indispettita, abbiamo avuto una sorta di diverbio. Erano le 23.30 circa, la prima telefonata fu verso le 21.30. Ho spiegato di nuovo le mie disposizioni: bisognava procedere al fotosegnalamento e all'affido in comunità".

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