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Il poeta

Da Giulietta88
Il poeta
C'erain lei quella stupida idea di voler scrivere. Sempre e comunque.
Potevaignorare il suo istinto, ma non voleva. Sarebbe stato come decideredi non respirare, come un lento suicidio involontario. Aveva sceltodi vivere. Trattenersi non le riusciva così bene.Ilbisogno prendeva sempre il sopravvento. Una volontà fisica einestirpabile. Uno stato mentale che aveva piantato le sue radicinelle profondità della sua anima. Scriveva di tutto e diniente.Peggioancora era il fatto che si ostinasse a scrivere poesie. Credevaveramente di poter comporre dei versi? Lei, una comune mortale. Unessere umano come tanti altri. Un ago in un pagliaio.
Eppure sidivertiva a giocare con le parole, cambiarne la forma e ilsignificato a suo piacimento.
Non poteva farne a meno. Trascuravail resto del mondo pur di regalare del tempo alle sue pagine.
Sognavadi fare il poeta. Non poteva fare qualcosa di reale, di produttivo.No. Troppo facile.
Lei voleva scrivere e si accorse che non avevamai desiderato qualcosa con la stessa intensità. 
Unfuturo sprecato, da precario, le dicevano. Una strada in salita. Unasuperficiale utopia.Potevafare l'avvocato, il medico o la commessa. Qualcosa che fosseeconomicamente utile. Lei no. Non era nella sua natura essere unvantaggio per la società. Non gliene fregava un cazzo.
Leimportava solo che le persone potessero rifugiarsi nelle sue parole.Che trovassero nei suoi versi un'emozione autentica, un'emozione chevalesse la pena di assaporare fino alla fine, un'emozione nella qualepotessero identificarsi. Un porto sicuro dopo la tempesta.
Eraegoista o altruista? Era egoista e altruista.

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