Titolo: Il poeta di Gaza
Autore: Yishai Sarid
Editore: e/o
Anno: 2012
Un ufficiale dei servizi segreti israeliani vive un momento di alienazione. Interroga prigionieri palestinesi e lo fa con particolare cattiveria, anche omicida. Per tenerlo lontano dagli interrogatori gli viene affidato un compito delicato: dovrà avvicinare una scrittrice israeliana e il suo amico Hani, celebre poeta palestinese. Hani è il padre di un terrorista pericoloso e grazie a lui l'uomo potrà arrivare a suo figlio.
Daphna, la scrittrice, è molto affascinante. Dal primo incontro l'uomo sente un coinvolgimento strano per lei, ma è convinto che la missione sarà semplice. Eppure qualcosa non torna, perché il protagonista si allontana dalla sua famiglia per la dedizione ossessiva al lavoro e si invaghisce di Daphna. Entra in confidenza con Hani e ne carpisce l'umanità. Così entra in crisi, perché dietro al palestinese vede il nemico ma soprattutto l'uomo con una famiglia viva e presente. Le ferite del suo animo si allargano sempre di più, si rende conto di vivere in un mondo alienato, che miete vittime anche tra i vivi perché li annichilisce in conflitti irrisolvibili.
Il poeta di Gaza è un romanzo su due piani: mentre segui la storia personale dei personaggi ti invade un forte senso di lacerazione e per qualche secondo riesci a percepire quello che alberga nel cuore di chi vive in un paese dove la diffidenza è la chiave per sopravvivere.
La narrazione è in prima persona e del protagonista non si dice mai il nome, come se avesse perso l'identità anche nello stile. Lo strumento per la missione, chiamato inizialmente "l'uomo di Gaza", malato e debolissimo, diventa "il poeta", esemplare anche solo con la sua esistenza.
Il libro custodisce un messaggio di speranza in una storia intensa che nel finale lascia senza respiro.
L'amore si rivela sempre l'arma più potente.
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