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Dopo la caduta di Moubarak, prese in mano il governo provvisorio il primo Ministro Shafik. Durante questo periodo tutti i partiti crearono una proposta di decreti che, dietro assenso del governo, sarebbero poi stati inseriti nella nuova costituzione.
Tra gli esponenti dei partiti, Ali Stelmi, attuale Vice Primo Ministro ed ex Segretario del Partito del Waft.
Due mesi fa, quest’ultimo, presento’ alla Giunta Militare la proposta firmata da tutti i partiti politici, ma non fu subito accettata. O meglio fu richiesto di apportare delle modifiche.
La Giunta Militare chiese di aggiungere 2 decreti che:
1) proteggessero e rendessero intoccabile il Bilancio economico delle Forze Armate
2) Rendessero la Giunta Militare una sorta di secondo capo di stato.
Ali Stelmi presento’ le modifiche ai partiti solamente 1 settimana fa, 2 settimane prima delle elzioni parlamentari. Nessuno accetto’ di firmare la proposta e cominciarono le polemiche anche televisive sull’accaduto.
Le Forze Armate accettarono quindi un compromesso: modificare il decreto e far si che ogni discussione sul Bilancio Militare fosse discussa a porte chiuse nel Parlamento, e che la Giunta Militare rientrasse nella sua posizione originaria e non di parita’ con il Capo dello Stato.
Tutti i partiti firmarono la proposta, e sembrava finita li’ finquando il Partito dei Fratelli Musulmani discusse un’altro decreto, relativo stavolta alla denominazione del Paese. L’Egitto doveva essere definito PAESE DEMOCRATICO e non PAESE CIVILE.
Fu accettata anche questa modifica e la proposta fu nuovamente approvata.
Solo che improvvisamente il Partiti dei Fratelli Musulmani ed il Partito Nour dei Salafiti, dopo aver firmato la proposta, si dissero contrari ad essa ed invocarono una manifestazione milionaria per lo scorso Venerdi’.
Essendo il Partito dei Fratelli Musulmani il piu’ probabile vincitore delle elezioni parlamentari, moltissimi si presentarono in Piazza Tahrir e alla manifestazione .
La giornata fu tranquilla e alle 19 Salafiti e Fratelli Musulmani tornarono a casa, insieme con i manifestanti.
Che accadde poi?
Circa 200-300 persone decisero di passare la notte in Piazza.
Tra queste persone molti feriti della Rivoluzione che protestavano con la loro presenza, il fatto di non aver ricevuto nessun indennizzo ne aiuto economico dalla fine della rivolta ad oggi.
E qui entra di scena la Polizia, ordinaria e militare, che con la violenza, e' stata la causa di tutto cio’ che sta accadendo.
Non apprezzando l’idea dei manifestanti di rimanere in Piazza Tahrir, la Polizia ed i militari aggredirono, spararono, picchiarono, diedero fuoco.
Il Popolo da ogni parte dell’Egitto, si e’ mobilitato e da Sabato continuano ad arrivare autobus pieni di persone disposte, ancora un avolta a difendere la Rivoluzione e chiedere la liberta’.
Alla fine le Forze Armate hanno fatto cadere la loro maschera e si sono mostrati per quello che erano e sono relamente. Brutte, bruttissime copie della Polizia del vecchio regime. Certo ormai non c’e’ nessuna differenza tra il vecchio ed il nuovo regime. La Polizia non e’ cambiata, il sistema non e’ cambiato, il governo ha solo cambiato nome e personaggi.
TUTTO E’ RIMASTO UGUALE
Se prima la Polizia agiva con l’appoggio del regime di Moubarak, oggi agiscono manovrati da tutti: nuovo governo, Forze Armate, vecchio regime, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
A nulla e’ valsa la pazienza, a nulla sono valsi gli slogan “El Shab we El Ghish Id Wahida” (Il Popolo e le Forze Armate una mano sola) che gridavano i ragazzi di Piazza Tahrir.
Il Popolo ci ha provato. Noi tutti ci abbiamo provato. Abbiamo avuto pazienza, abbiamo dato tempo al tempo, abbiamo ricominciato a lavorare e continuare a vivere con un occhio sulla nostra vita e l’altro sulla Rivoluzione.
Ma non e’ servito a nulla.
In 4 giorni sono morte 40 persone. Esseri umani con famiglia, forse figli, amici, che per un ideale si trovavano in Piazza Tahrir dove incredibilmente il tempo e’ tornato indietro.
Dove da 4 giorni guardiamo in TV scenari che ricordano la Rivoluzione, i primi giorni, quando non si sapeva che fine avremmo fatto.
In strada i manifestanti – appartenenti al Popolo stavolta, e non delinquenti pagati a suon di soldi - hanno mostrato le armi usate dalla polizia (anche quella militare) per aggredirli: lacrimogeni americani, pallottole vere e a salve, bombole di gas nervino e paralizzante di provenienza israeliana.
I morti in piazza sono stati tutti uccisi, con colpi alla testa, o al corpo. Esattamente come accadeva durante la Rivoluzione del 25 Gennaio.
I ragazzi si scrivono sulle braccia i numeri di telefono dei famigliari, in caso dovessero morire.
Ieri il Governo di Sharaf ha chiesto le dimissioni, che non sono state pero’ accetate dalla Giunta Militare.
Continuano ad arrivare in Piazza Tahrir esponenti dei partiti politici, ma il Popolo continua a mandare tutti via a suon di sassate. Ieri e’ stata distrutta l’auto del Dr. Mohammed El Bethaghy, Segretario generale del Partito dei Fratelli Musulmani.
La rete si sta mobilitando per la Piazza: dappertutto numeri di telefono e punti di incontro per portare ai manifestanti tutto il necessario: coperte, cibo, acqua.
Se siete in al Cairo e volete aiutare i manifestanti potete comunicare con i volontari iscrivendovi a questo gruppo su FB#TahrirNeeds collection points dove ci sono recapiti ed inidirizzi utili ed ospedali per le donazioni del sangue
La Piazza grida: “Il Popolo chiede le dimissioni della Giunta Militare”.
Il Popolo questa volta e’ solo contro tutti.
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