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Il Popolo della Libertà dice sì alle primarie

Creato il 16 giugno 2012 da Yleniacitino @yleniacitino

Il Popolo della Libertà dice sì alle primarie

 

da ragionpolitica.it

Si conclude con sette punti l’Ufficio di Presidenza del Pdl che ha visto discutere animosamente, ma con lungimiranza, la dirigenza al completo del partito. Più di quattro ore di dibattito nel riserbo delle sale di Palazzo Grazioli e un documento finale, votato all’unanimità, con cui il Pdl si impegna a tenere una linea unica in vista delle elezioni.

Qual è la strategia voluta e ribadita con forza da Alfano e Berlusconi? Uno: riaffermare con forza il ruolo centrale del partito. L’orgoglio della sua identità e delle radici storiche non può essere compromesso dalle ipotesi che nei giorni scorsi circolavano su eventuali liste civiche. Spezzettare l’elettorato può solo portare danni, quindi meglio essere compatti e uniti. Due: continuare a sostenere il Governo, ma cominciare a mettere i primi paletti su fisco e economia, perché famiglie e imprese non sono più in grado di sostenere una congiuntura economica che non accenna a migliorare. Tre: visto che le radici della crisi non sono endogene ma internazionali, il partito deve spingere il Governo a lavorare con più impegno sul fronte estero, soprattutto europeo. E quindi: chiedere che la Bce possa diventare prestatrice di ultima istanza, puntare sugli eurobond e sui project bond, rinegoziare il Fiscal Compact. Quattro: oltre agli impegni di lungo periodo, occorrono delle proposte immediate. Il Pdl si impegna a presentarle subito, per aprire una stagione di crescita e di riduzione del carico fiscale e del rigore sui cittadini.

La lealtà al Governo, inoltre, non sarà incondizionata. Il Pdl non si ritiene più impegnato a votare proposte di legge e altre decisioni che siano contrarie agli interessi del suo elettorato. Cinque: la prima promessa che il Pdl intende mantenere è quella di una profonda revisione dell’architettura costituzionale nel senso del presidenzialismo. Perché non si possono fare grandi riforme del Paese se il Presidente del Consiglio non è dotato di poteri adeguati a governare in modo stabile ed efficiente. Sei: non si può lasciare l’Italia alla sinistra. Per questo il Pdl comincerà un ciclo di consultazioni fisiche e sul web con i cittadini, per scrivere in modo democratico e partecipato il nuovo programma elettorale, definendone le priorità. Sette: oltre alle «primarie di programma», ci saranno delle vere e proprie Primarie, aperte a tutti i membri della coalizione di centrodestra moderato che si verrà a formare, per la scelta del candidato Premier.

Se la legge elettorale non consente di eleggere in modo diretto il Presidente del Consiglio, saranno le primarie di partito a consentirlo, in via mediata. Chi potrà essere questo candidato? La risposta non è così scontata come sembra. Una curiosità: Libero ha fatto dei sondaggi a caldo, per capire qual è l’orientamento della base. Al terzo posto è stato votato il conduttore televisivo Scotti, già eletto alla Camera nel 1987 con il Psi di Craxi. Ma, a quanto pare, lui non ne vuole sapere di rientrare in politica. Al secondo, con qualche voto in più, il segretario Angelino Alfano. E in cima ad ogni preferenza, come sempre, il non-candidato Silvio Berlusconi.

Ylenia Citino


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