Il 20 febbraio 2013 a Milano ha avuto luogo il primo incontro italiano sulla Naprotecnologia, un nuovo metodo naturale per la cura dell’infertilità e la salute della donna, organizzato dalla casa editrice Mimep-Docete delle suore loretane in collaborazione con il Comitato Cattolici Civiltà dell’Amore.
Sono intervenuti ginecologi e specialisti italiani e stranieri, che da tempo studiano e utilizzano la Naprotecnologia per aiutare le coppie a concepire un figlio. L’incontro ha presentato le caratteristiche, le metodologie e i vantaggi di questo metodo che è naturale ma non per questo semplice o semplicistico perché basato su ricerche approfondite e cure farmacologiche, endocrinologiche e chirurgiche.
Ha dato inizio agli interventi la dr.ssa Raffaella Pingitore (Medico naprotecnologo, specialista in ostetricia, ginecologia e chirurgia e formatrice Teen Star, Lugano, Svizzera) che ha spiegato su cosa si basa la novità della Naprotecnologia, indicando le differenze di questo metodo rispetto agli altri metodi naturali e alla fecondazione in vitro. Questo metodo analizza i marcatori del ciclo: le perdite ematiche e il muco cervicale . La Naprotecnologia è un metodo sistematico a approfondito del muco dalla cui osservazione si scoprono le cause di infertilità e altre anomalie. La Naprotecnologia, infatti, non è solo un aiuto per il concepimento ma per far fronte a problemi ormonali, organici e a molte sindromi legate al ciclo. La donna impara a conoscere la propria fertilità, poiché essere fertile non significa avere le mestruazioni regolari, ma avere l’ovulazione.
Il dr. Maciej Barczentewicz (Medico naprotecnologo, specialista in ginecologia e ostetricia, consulente di Bioetica per l’Episcopato polacco, e presidente dell’Istituto Giovanni Paolo II per la Cura dell’Infertilità della Coppia, Lublino, Polonia) ha affrontato il tema dell’infertilità come malattia cronica multi-fattoriale riportando casi concreti di coppie con differenti impedimenti ad avere bambini. La Naprotecnologia si basa su un approccio multifattoriale al problema cronico dell’infertilità poiché essa è una conseguenza di più cause e non dipende da un’unica condizione acuta. Solo con questo approccio si ha la possibilità di un miglioramento, a differenza della fecondazione in vitro che agisce solo in prospettiva di una risoluzione immediata (e la sua efficacia non è assolutamente certa) e non definitiva. Con la naprotecnologia vengono presi in considerazione tutti i possibili fattori come il basso livello di ormoni, la dieta e l’alimentazione, il muco limitato, fattori genetici etc… E in un secondo momento verranno adottate le cure specifiche al caso.
La relazione della dr.ssa Małgorzata Mąsiorska (Istruttrice del Modello Creighton, pedagoga, coordinatrice di Voci Cattoliche Polacche, portavoce dell’iniziativa civica europea “Uno di Noi”, Varsavia, Polonia) ha chiarito il ruolo fondamentale, nell’ambito della Naprotecnologia, dell’istruttore che segue la coppia e spiega alla donna come osservare i marcatori del ciclo mestruale.
La dr.ssa Serena Del Zoppo, (specializzanda ginecologa presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano) ha presentato il Progetto Serenità, che intende aiutare le coppie che da un anno o più ricercano una gravidanza senza successo, utilizzando la capacità delle donne di osservare i propri sintomi. A chiusura dell’incontro, il dr. Michele Barbato (Primario di Ostetricia e Ginecologia presso l’ospedale di Melegnano, provincia Milano), da quarant’anni impegnato nello studio dei metodi naturali, ha parlato del progetto FEDRA che ha lo scopo di creare un lavoro comune e un unico linguaggio europeo sui metodi naturali per ottenere maggiori e migliori risultati.
Straordinaria è stata l’affluenza, più di 80 partecipanti tra ginecologi, medici, associazioni e persone provenienti da tutta Italia: dalla Lombardia, dalle Marche, dal Lazio, dalla Campania dalla Liguria, dal Piemonte e persino dalla Sardegna. Una partecipazione attenta e interessata alla diffusione e all’utilizzo anche in Italia della Naprotecnologia, nata con il prof. Hilgers negli Stati Uniti e al momento diffusa con successo in Irlanda e Polonia. La nostra grande soddisfazione è stata la decisione di una ginecologa di fare il corso per diventare medico naprotecnologo e la richiesta da parte di due giovani ostetriche, di poter seguire il corso per diventare istruttrici del Modello Creighton. Questo desiderio di persone giovani, significa la speranza e la concreta possibilità di accogliere e sviluppare anche in Italia un metodo naturale, efficace ed etico per vincere l’infertilità.
Erica De Ponti
Ufficio stampa Mimep-Docete, [email protected]