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Il professor Monti e la setta dei Monotoni

Creato il 02 febbraio 2012 da Postscriptum

Il professor Monti e la setta dei Monotoni

…la nuova setta dei monotoni (chiamati anche anulari) affermava che la storia è un circolo e che nulla esiste che non sia già stato e che non sarà nuovamente. Sulle montagne, la Ruota e il Serpente avevano sostituito la Croce. Tutti temevano, ma li confortava la voce che Giovanni di Pannonia, che s’era distinto con un trattato sul settimo attributo di Dio, avrebbe impugnato una così abominevole eresia.

Anche noi, elettorato attivo temporaneamente disattivato, temevamo per le nostre sorti. L’arrivo provvidenziale del professor Monti era auspicabile e avvantaggiabile – senza se e senza ma, direbbe ancora qualcuno (?) – e le sue ultime dichiarazioni assumono il tono ieratico della parola incarnata. Non sto certo sproloquiando, tutt’altro, parlo (o scrivo, forse è meglio) colto dall’esaltazione mistica tipica di questi momenti:

“I giovani si abituino a non avere più il posto fisso. Che monotonia. E’ bello cambiare e accettare le sfide.”

Era questo che attendevo – sempre da elettore attivo disattivo – per poter rassicurare i miei primi fraintendimenti. Se tutto sommato ero propenso nell’appoggiare idealmente una piccola compressione della democrazia, perché si potesse decidere in fretta sul tanto che c’era da recuperare di un passato torbido, adesso mi sento ancor più sereno. No, non si trattava di una sorta di dictator alla latina – come pensavo appunto in principio – ma bensì di un Teologo.

Un nuovo Padre Cristoforo, per restare sul tema “provvidenziale”, Cristoforo nel senso etimologico latino del nome: “Portatore dell’Unto”.

Un sapiente che si è distinto con ben più di un trattato sulla veracità divina (per forza di cose deve trattarsi di uno tra gli attributi comunicabili, essendo gli incomunicabili solo quattro), avendo comunicato a noi mortali la veridicità (che è cosa più alta della veracità) dell’economia monetaria e dei suoi problemi (1969), Gli obiettivi delle banche, i tassi di interesse e la politica monetaria (’70, i rockin’ seventies, yeah!), il lungimirante L’Italia e la Repubblica federale di Germania in cammino verso l’unione economica e monetaria europea del 1989 e tanto altro.

E dunque adesso bisogna abbattere gli eresiarchi di quella setta che ancora oggi pretende un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il perseguimento satanico di uno status quo, di una stabilità sociale-economica senz’altro deleteria dinanzi ad una prospettata escatologia finale del divin liberissimo mercato.

E chi sono questi settari leaders che mirano ad adombrare la materia di fede promossa dai santi, pii, neocapitalisti e finanzieri?

Questa sarà l’operazione più difficile, scovarli!

Bisognerà cercare tra gli sfigati

Già, sono loro, che si laureano tardi e pretendono pure il posto fisso. Mi sentirei di consigliare al Professor Monti di andare a sondare il terreno tra le fila di poltroncine di cinema delle università siciliane. É lì che il savio ed illuminato professore universitario combatte ogni giorno, si sente in dovere di bloccare anzitempo l’ingresso nel mondo lavorativo di queste vere e proprie mine vaganti. Certo la cosa non è facile, ma le commissioni d’esami coraggiosamente interpongono cavilli e indecisioni tali da prolungare la stanziale presenza dei già menzionati sfigati

Non basta, non basta!

Tuttavia sono certo che questa volta il Governo ed i magnifici cattedratici non saranno da soli nella loro virtuosa lotta. Da tempo infatti si accenna ad una vicinanza vaticana, rispetto i piani e le figure governative di questi giorni.

Questo almeno ne vien fuori da alcune relazioni pubblicate dallo staff del prof. Korao Paliau dell’ Admiralty islands Anthropological Institute.

Solo i veterocomunisti, di fatto, stanno protestando in queste ore, promuovendo ancora una volta un modello esistenziale basato sulla obsoleta stabilità familiare. Alcuni di essi si lasciano andare in dichiarazioni del tipo:

«Il problema demografico italiano, l’assoluto arretramento della forma-matrimonio tra i possibili tipi di convivenza  di coppia, sono tutte cose fortemente collegate all’insicurezza connaturata alla nostra società. La mancanza di una sicurezza lavorativa e l’avanzare del precariato influiranno negativamente nel futuro più e meno prossimo. Nessuno vorrà prendersi la responsabilità di costituire un nuovo nucleo familiare…», ovviamente sto parafrasando tra gli estrapolati più dissennati.

È devastante l’arretratezza di pensiero di questo paese ancora imbrigliato nelle maglie sociali di un marxismo ormai altrove sconfitto.

Sua Santità il Pontefice stesso, in un messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 3 settembre scorso, ebbe modo di scagliare il suo anatema avverso le insulse istanze di sicurezza nel lavoro (per non parlare della “casa”, intesa quale richiesta di un tetto sopra le teste. Che imbecilli questi giovani! Non comprendono i pericoli di un tetto che incombe come una spada di Damocle sul capo di ogni fedele soggetto ai capricci sismici del dio ebraico):

”Certamente, ricordando la mia giovinezza so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo – prosegue Ratzinger – ciò che e’ grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza”.

Bisogna estirpare queste eretiche posizioni monotone, allora. Ascoltate il papa e convertitevi: non perdetevi nella normalità della vita borghese…cercate il “nuovo”.

Convertitevi, cari sfigati!

Come coloro i quali si convertirono al cristianesimo, nella Spagna della controriforma. Proprio quei convertiti, ormai rinsaviti, diedero vita a quel glorioso sistema dell’inquisizione che tanto lustro ha dato all’umanità tutta. E sono più che convinto che già qualche sfigato è pronto a passare dall’altra parte.

L’esempio nobile è luminoso in tal senso lo dobbiamo alle recentissime bolle sottosegretariali dell’illustre figlio di altro illustrissimo personaggio noto sotto la forma battesimale di Antonio Martone. Sto parlando di Michel Martone, un essere soprannaturale che ha perso persino una “e”, a causa dei lunghi pomeriggi di studio trascorsi nell’intento di laurearsi prima dello scoccare fatidico dei 28 anni. E soprattutto prima di rendersi conto che tanto c’era papà…

Un raccomandato? Embè, che fa? L’importante è che si sia convertito, come dicevo prima.

Ora occorrono altre magniloquenti dimostrazioni e solenni esempi edificanti! Il popolo – elettore attivo in disuso – deve capire che è tutto per il suo bene…anche l’insicurezza contingente stessa. È chiaro che quando l’insicurezza da occasionale diverrà strutturale ed endemica ci saremo tutti abituati ad essa e non ci saranno più disagi provocati da riferimenti al passato e da nefaste ambizioni di contratti a tempo indeterminato.

L’exemplum di cui abbiamo bisogno?

Orbene, invito qui stesso il professor Monti a dimostrare con i fatti – e non dubito che lo farà immantinente – quanto da lui espresso precedentemente. Spezzi la monotonia del suo vivere da professore universitario, da Commissario Europeo, da economista e infine da politico, tutte occupazioni che in sostanza sono accomunate da un piglio sedereccio e poltroniero in fondo.

Venga ad aiutare i nostri fratelli tunisini (ma anche i molti isolani), che qui nelle serre probabilmente l’attendono con trepidante afflato. Venga, professor Monti, venga a raccoglier pomodori, ortaggi, primizie del nostro ormai sbandato settore primario.

Provi qualcosa di nuovo e non si abbandoni alla noia schopenahueriana di questo monotono e oscillante vivere tra l’ambizione ad un contratto a tempo indeterminato ed il dubbio sulla sicurezza del proprio denaro all’interno di un imposto conto corrente bancario.

Gaetano Celestre


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COMMENTI (1)

Da Salvo Dentice
Inviato il 03 febbraio a 08:53
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Bel pensiero, peccato che qui l'articolo non sia riportato integralmente e soprattuto manchi della bellissima foto scelta dall'autore.