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Il proprio luogo nel mondo

Creato il 12 gennaio 2011 da Selena
Son quelle cose che un giorno ti dici "ma che aspetto?". Perché dentro, sí, proprio dentro la testolina é una cosa che hai sempre saputo. Nel cuore l'hai sempre voluto. E arriva sempre, giuro, il fatidico momento, anche dopo anni di attesa, in cui te lo chiedi seriamente e ti rispondi che se avessi preso una decisione differente tu ora ti ritroveresti dove vorresti essere, e non dove sei. Ma che comunque hai ancora tempo (sempre il tempo di mezzo) e l'etá per riprendere in mano le decisioni passate, e magari perché nó realizzare quel sogno che, nel mio caso, vive in me dai 18 anni.
Un luogo.
Perché il luogo giusto lo si sente dentro. Non te lo inventi, e neanche te lo imponi. Il tuo luogo esiste, l'hai anche conosciuto, hai sentito un'incredibile attrazione per lui da quando ne sei venuta a conoscenza, lo senti che ti chiama ogni giorno, e ogni qual volta per la tv, almeno nel mio caso, emettono un programma di tale luogo ti senti mancare dall'emozione, e passi tutto il tempo del programma invidiando quei saggi, almeno secondo te lo sono, che hanno deciso di mollare tutto e trasferirsi, anche se per la maggioranza delle persone sembrava una pazzia.
Perché il mondo é bello anche per quello, non ci piace ció che piace a tutti, e quindi si puó segliere. Se tutto il mondo fosse attratto dall'Italia che succederebbe? Ed ecco allora che la gente si sposta, si muove, e si sente felice.
Io parlo degli spostamenti dettati dal cuore, non dalle crisi economiche.
Che poi nel mio caso, quell'anno, era dettato dalla voglia di andarmene chissá dove, e il primo che chiamava alla porta aveva la mia benedizione. ha chiamato Mallorca, seguita dopo due giorni da Egitto, ma io ormai avevo giá detto di sí. Casi della vita...se penso che all'universitá io odiavo ferocemente lo spagnolo..se penso che alla mia lettrice avevo detto che dopo laureata non avrei mai proferito parola alcuna in quella lingua...mi sa che la tipa m'ha benedetto spagnolamente parlando...
Ma eccomi qui. Non mi do per persa. Vivo in un paese di cui non condivido la maggior parte dei modi di fare, di cui critico troppe cose perché non le ritengo consone con i miei principi, di cui non riesco a veder la bellezza dei paesaggi perché ormai troppo abituata a loro, e anche perché non mi sento stimolata a farlo. Certo, non disdegno i viaggi nazionali, adoro Madrid, Málaga é caruccia ma niente di esaltante, Barcelona troppo caotica, Mallorca la conosco meglio del Friuli, Granada mi ha affascinato, e aspetto ancora il mancato viaggio a Sevilla. Quindi lo ammetto, la Spagna é bella. Ma bella da visitare come turista, almeno ai miei occhi, almeno nel mio cuore.
Perché poi uno mi legge e pensa che odio gli spagnoli e la Spagna. Non do tutti i torti, ma il fatto é che non a tutti piacciono le stesse cose. E quindi io posso sopravvivere in Spagna accettando dei principi che non condivido e anche adattandomi a questo stile di vita che non sento perfetto per me. Ma non smetto di sognare quel luogo, quello che sento adatto a me, che ho visitato tanti, troppi anni fa, di cui mi son innamorata appena ci ho messo piede, che vive secondo le regole che io ritengo perfette per un paese, che sento appartenermi piú che la mia patria. Perché penso sia cosí, tutti hanno il loro posto nel mondo, e quindi bisogna cercarlo, e se lo si trova bisogna viverlo.
Perché nella vita si deve vivere, mica sopravvivere.
Cosí che mi do una scadenza, prima dei 35 anni devo realizzare questo sogno, questo desiderio, che altrimenti non mi lascerá per tutta la vita, e non voglio ritrovarmi fra 20 anni a piangere per qualcosa che avrei potuto fare, o almeno provarci. Perché io quel luogo só dov'è, e allora lo voglio far mio.

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