Come ha fatto notare Matteo Sacchi su “Il Giornale”, il quotidiano “Repubblica” ha ospitato un lungo articolo del filosofo tedesco Peter Sloterdijk il quale si è giustamente battuto contro il plagio e la legalizzazione delle «citazioni non specificate». Curioso che sia proprio il quotidiano di largo Fochetti a proporre questa riflessione, quando fino a ieri ospitava assai frequentemente i plagi del filosofo anticristiano Umberto Galimberti. “Repubblica” ha perfino ri-pubblicato articoli di Galimberti già scritti e pubblicati da “Il Sole24Ore”.
Più volte ci siamo occupati del filosofo laicista e della sua arte del plagio, della pubblicazione del libro “Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale” (Coniglio Editore 2011) in cui vengono dimostrate le incredibili scorrettezze di Galimberti, l’unico “accademico” italiano ad aver mai ricevuto dalla sua Università, la Ca’ Foscari di Venezia, un richiamo formale per la persistente mancanza di citazione delle fonti nella redazione dei suoi testi scientifici. Non solo si è limitato a copiare selvaggiamente da altri testi, ma addirittura è arrivato a copiare se stesso e “ricicciare” sue riflessioni (si fa per dire) alla rivista della Polizia di Stato, “Polizia Moderna”. Lo scrittore Vincenzo Altieri ha fatto presente proprio a UCCR di aver raccolto moltissimo materiale, poi pubblicato in “Il filosofo di Monziglia”, con cui ha dimostrato senza ombra di dubbio come Umberto Galimberti abbia creato gran parte dei suoi maggiori libri copiando letteralmente frasi e ragionamenti di altri autori, senza ovviamente citarne la fonte.
Consigliamo dunque a “Repubblica” di evitare questi ipocriti sermoni sul plagio, come di evitarli sul rispetto dei lavoratori e delle donne in gravidanza dato che il quotidiano di Ezio Mauro pare sfruttarle fino a ridosso del parto. Si evitino anche lezioni contro l’evasione fiscale dato che il gruppo editoriale L’Espresso è stato recentemente condannato al pagamento di imposte su plusvalenze non dichiarate per un importo pari a oltre 440 miliardi delle vecchie lire, lo stesso dicasi per il collaborazionismo con il terrorismo dato che gli hacker di “Anonymous” hanno svelato l’imbarazzante corrispondenza di una giornalista di “Repubblica” con l’entourage del tiranno di Damasco, Bashar al-Assad.
Il quotidiano di proprietà del miliardario Carlo De Benedetti (maestro massone dal 18 marzo 1975, come informa Ferruccio Pinotti e pagatore di tangenti, come ha ammesso lui stesso) eviti anche di parlare di rispetto degli ebrei e di libertà di parola in quanto è nota l’opera censoria verso le lettere di protesta inviate dai portavoce delle comunità ebraiche di Roma e Milano, in merito ad un articolo del fondamentalista Piergiorgio Odifreddi -guarda caso firma del quotidiano- in cui tacciava il matematico ebreo Giorgio Israel di “collaborazionismo”. Anche sull’onestà bisognerebbe fare prima un esame di coscienza, dopo che il sito giapponese “pquake.info” ha riunito tutti i peggiori casi di giornalismo su Fukushima, spiegando che i primi in classifica sono stati proprio i giornalisti del quotidiano di Largo Fochetti. Se non bastassero le balle su Fukushima, si potrebbero prendere le invenzioni quotidiane del vaticanista Marco Ansaldo, dal rapimento/uccisione degli informatici del Vaticano ai finti dialoghi tra il card. Bertone e Papa Benedetto XVI.