Magazine Psicologia

Il respiro del tempo di una “doppia” vita così…

Da Mayraglouis

Una birra. Una sigaretta morbida. Un concerto all’aperto.
I nostri duplici monologhi che passano per conversazione, la nostra continua e confusa preoccupazione per l’opinione degli amici.
Poi, il primo abbandono.
Lo sconcerto di fronte all’insensatezza del dolore.
No, non puoi capire davvero: nessuno può capire.
Nessuno soffre il mondo quanto io sto soffrendo adesso.
Lo stereo. La moto. La prima stanza presa in affitto.
I nostri genitori che non seguono le leggi tradizionali della prospettiva ma diventano sempre più piccoli mentre ci avviciniamo a loro.
Le vere dimensioni saranno evidenti solo in seguito, troppo tardi. Si urla allo stadio. Si urla ai concerti. Si urla in mezzo al traffico. Inizi a compilare curriculum vitae.
I diari abbandonati. I progetti disillusi. Poi, senza rendertene conto è già da un po’ di tempo che ti ritrovi la stessa persona nel letto, e così aprite un conto in banca congiunto ed è allora che è giusto fare un figlio, anche per non sentirsi troppo soli, ma questo non lo si ammetterà mai. La rate per la macchina. I contributi per la pensione. L’abbonamento alla tv satellitare.
Lavoriamo e dormiamo. Lavoriamo e dormiamo.
A volte, sogniamo. Fine settimana. Rilassarsi e divertirsi.
Si parla di libri e di film e di cronaca nera senza la minima consapevolezza, senza la minima voglia.
Lavoriamo e dormiamo. Lavoriamo e dormiamo.
Senza rendertene conto inizi ad odiare. Ad avere paura. Ad avere sempre più fretta. Fine settimana. Il calcio.
Il divano. Un whisky senza ghiaccio. Progettare le ferie. Iniziare un hobby per poi lasciarlo.
Martedì palestra. Mercoledì aperitivo Giovedì sesso col partner
Lavoriamo e dormiamo. Lavoriamo e dormiamo. Il figlio cresce. Si rotola a terra.
La madre grida di non sporcarsi. Fine settimana Dimentica tutto. Tutto. Divertiti. Urla. Balla fino allo svenimento Poi, il lunedì i primi malesseri ricorrenti. La complessa politica dell’amarezza e dell’invidia.
I primi vuoti di memoria. Persone che non rispettiamo e con cui dobbiamo essere gentili.
Umiliazioni devastanti e pure così continue da non essere più rilevabili.
Guardare le foto dei nostri genitori. Scoprirci uguali ad essi.
La stessa sottomissione. Iniziamo a spaventarci.
Davanti allo specchio, mentre ci abbracciamo da soli, non ci riconosciamo più.
Come sono diventato così? Che cosa ero prima di diventare questo? Dove ho sbagliato? Quando?
Ripercorrere con la memoria tutta la propria vita.
Cercare l’errore. Il punto di non ritorno. Non trovarlo.
Andare a dormire, stanchi, come i baci scambiati col partner.
Lavoriamo e dormiamo. Lavoriamo e dormiamo. Fine settimana. Una dieta ipocalorica.
Una trombosi coronarica. Un esaurimento nervoso.
L’odio e la paura aumentano. I contrasto con il figlio per la lunghezza dei capelli, aumentano.
I litigi col partner aumentano. Primi propositi di suicidio – (tratto dal libro “Rembò”- di Davide Enia)

L’ALTRA VITA:
Una, birra ,nessuna sigaretta, adoro il profumo dell’erba e dell’aria pulita,
la gioia nel respirare a piene narici, intensamente, la sua freschezza nelle sere d’estate, affiancata dalla compagnia di amici.
Di riempirmi di risate autentiche, confessioni, parole frivole e frasi che sbucano fuori dal vissuto di ognuno di noi: che piacere immenso!
Il dolore che ti fa crescere,
che ti rende più consapevole di te stesso e di comprendere gli altri, più capace di concretizzare il tuo amore.
Le prove della vita che ti inchiodano ai tuoi ideali, che limano il carattere (se ce l’hai) che fanno cadere ripetutamente, così da diventare più forte, nel guardare la vita a testa alta, nel difenderti dalla menzogna e l’impudicizia.
Le esperienze che ti segnano, se ne vuoi far tesoro, che ti incidono il senso di ogni cosa.
Un significato recondito da scoprire sotto la corteccia dell’apparenza, una reale e concreta bellezza che vuole essere svelata e che diviene, una volta scoperta, la forza che cercavi….
Le scarpe da ginnastica che ti portano nel mondo, le corse affannate, le passeggiate rubate, i rumori e fruscii del parco che ti solleticano l’io.
I grilli e le cicale nelle sere d’estate, gli uccelli che ti danno il buongiorno di prima mattina. Il suono di ruscelli nascosti che scendono lungo i versanti di un solito posto, le foglie nel vento che segnano un andare e (di)venire… metafora della tua evoluzione.
….E ti sembra che il cuore ti si fermi di colpo, perché tanta magia ricca di significato sembra impossibile.
I tuoi piedi che hanno un ritmo tutto loro, la tua libertà di vivere dentro fino in fondo le casualità della vita, ed il suo ritmo da assecondare.
C’è un tutto che diviene musica , che segna la tua strada… è un ritmo interiore armonico, una sensazione di benessere, un percorso che il sole scalda ed illumina tutto il tuo cammino.
…insieme alla persona che da tempo ti dorme accanto, compagna di avventure,di sogni, di scontri e confronti, di luce e di bui, inseguiti e scoperti insieme.
Piccole (grandi) cose, uniche, così come il profumo della sua pelle, il sorriso che ti abbraccia al tuo risveglio ogni mattina, il suo abbraccio avvolgente.
Non un semplice contatto, bensì un comunicare appartenenza e calore che riuscirebbe a riempire anche il vuoto più profondo…
I tuoi sogni che da semplici pensieri prendono forma e si concretizzano.
Essere per qualcuno il mondo, sentirsi potenziali “eroi”, perché per quel qualcuno saresti pronto a dare la vita, senza pensarci nemmeno un istante.
La consapevolezza dell’esistenza del male, conoscere la paura fin dentro le ossa, quella di morire senza aver concluso niente di importante, di non essere stato abbastanza… di non aver amato del tutto fino in fondo, di non aver conosciuto tutte le sfumature della vita.
La consapevolezza di aver fatto esperienza di cosa sia il “bene”, del potere immenso dell’amore, della straordinaria bellezza delle cose, delle meraviglie umane e non, da cui nasce la fede nella vita.
Dolce sonno, che ti avvolge la sera, lavoro che dà uno stipendio, che ti realizza, che dà la possibilità di contribuire al mondo, alla gioia di chi ti vive accanto.
Dormire come decantare le azioni del giorno, lavorare come donare qualcosa al mondo, amare semplicemente anche solo con uno sguardo, condividere, gioie e dolori… VIVERE!!!
Ti sei mai chiesto quale sia la sfida più grande?
Essere capaci di sorridere anche solo per una folata di vento che disegna sulla propria testa acconciature futuristiche…
Se si sapesse pregare non per ottenere qualcosa, bensì per essere semplicemente “umani” ,capaci di perdonare, ricominciare da zero, rivoluzionare sè stessi.
Se si riuscisse a capovolgere ciò che si ha dentro e diventare testimoni con la propria vita di un atto d’amore incessante e perpetuo, di rispetto e di Fede in essa, sempre!
Ora Comincia davvero il tuo VIAGGIO, anche solo con uno “zainetto” di speranza. Ascoltati in silenzio, regala qualcosa di te, bevi l’alba come una tazza d’acqua sorgiva e fai provviste di tramonti, dai il giusto peso alle voci del mondo ed affronta con tutto te stesso ogni incognita…

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  È così che si diventa Grandi… apprendisti di felicità!


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