Le polemiche sui cacciabombardieri F35 sono destinate a non avere fine, come giustamente deve essere per una scelta insensata ed economicamente folle, che non solo i pacifisti, ma la gente di buon senso non riesce a comprendere. Ora, la notizia è che il costo già altissimo (12 miliardi di euro) è lievitato del 60%, comportando una spesa maggiore di 3 miliardi e 200 milioni di euro, una cifra molto superiore di quanto la Legge di Stabilità taglia alla sanità, all’istruzione e agli enti locali. La spending review vale per gli ospedali e per le scuole, ma non per i cacciabombardieri.
Niente di nuovo per Sbilanciamoci e la campagna Taglia le ali alle armi, che il possibile aumento del costo degli F35 l’avevano denunciato da molto tempo. La novità è che dopo tante smentite arriva la conferma dei vertici delle forze armate, per bocca del segretario generale della Difesa che ammette una lievitazione del costo per ciascun cacciabombardiere da 80 a oltre 127 milioni di dollari. Un 60% di aumento ben superiore a quel 40% che secondo l’indagine del governo sulla corruzione è il sovrapprezzo medio per gli appalti pubblici dovuto al malaffare. E di tangenti nelle industrie militari ne sono girate tante in questi anni.
Solo pochi giorni fa la Ragioneria dello Stato ha bloccato il provvedimento sugli esodati in discussione alla Camera dei Deputati, perché giudicato «troppo oneroso» e «privo di copertura». Non ci risulta che lo stesso scrupolo verso i lavoratori senza stipendio e senza pensione sia stato applicato ai cacciabombardieri F35, per i quali spenderemo così tanti soldi nei prossimi anni. Né abbiamo notizia che la Corte dei Conti si sia interrogata su come mai in poco tempo una somma così enorme sia destinata a lievitare del 60%. Cosa che invece negli Stati Uniti fa il Gao (Government Accountability Office), una sorta di Corte dei Conti americana, che ha tirato le orecchie al Congresso degli Stati Uniti per i tanti problemi tecnici che presenta l’F35 con i suoi costi troppo alti e crescenti.
Il rigore di Monti vale per gli esodati, i pensionati e gli studenti, ma non per le armi dove invece le spese più folli sono ammesse.
Invece di destinare i pochi soldi che abbiamo alle misure per fronteggiare la crisi e dare una risposta a milioni di persone a rischio di povertà, si fanno contenti pochi “dottor Stranamore” (generali, ammiragli, consulenti a libro paga della Difesa) così bisognosi di portaerei (fa status) fortunatamente inutilizzate e cacciabombardieri di lusso fermi sulle piste (meno male) perché a secco di carburante: per quello non ci sono i soldi.
Sappiamo quindi che nella cosiddetta “agenda Monti” ci sono anche gli F35. Ecco perché serve un altro premier, espressione del paese e non dell’establishment, che abbia la forza di dire a questi signori dalle tante mostrine e stellette: fermatevi, non fate altri sprechi, questi soldi in più non ve li diamo e – anzi – li destiniamo a qualcosa di più utile: il lavoro, la scuola, la sanità. Rimettete il vostro Risiko nella scatola e pensiamo all’Italia.
Fonte: il manifesto | Autore: Giulio Marcon
http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/10/17/27279-il-rigore-non-e-per-tutti/