E sì, lo so che il ringraziamento è passato da una settimana ormai, ma purtroppo sono stata molto impegnata e dovevo aspettare le foto altrimenti non avrei avuto nulla da mostrarvi.
Inizio raccontandovi come è nata questa tradizione:
I Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero all’inizio del diciassettesimo secolo di abbandonare l’Inghilterra e trasferirsi in America del Nord.
Quando arrivarono, con l’inverno ormai alle porte, si trovarono di fronte a un territorio selvatico e inospitale. I Pellegrini avevano portato dall’Inghilterra semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori. Per la natura del terreno e per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Per fortuna i nativi americani intervenirono, e insegnarono ai pellegrini quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco e i tacchini.
Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l’abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori.
Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste – in particolare il tacchino e la zucca
Nei secoli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Fu George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d’America, a dichiarare la festa per tutti gli stati nel 1789 proclamando una giornata nazionale di ringraziamento.
Ora ecco come l’ho passato io:
Il ringraziamento nella mia host family è diverso da altre famiglie americane. Non si trascorre con tutta la famiglia, ma viene trascorso con le famiglie di amici del college dei genitori della mia host mom. Ognuno inoltre cucina qualcosa quindi alla fine ci sarà un sacco di cibo!
Ogni anno quindi il ringraziamento viene ospitato da una famiglia diversa e quest’anno la coppia ospitante abitava a DC.
Mercoledì notte siamo quindi partiti alla volta di Washington e verso le 21,30 siamo arrivati in un bellissimo hotel. C’era un cucinino, e due enormi camere con bagno annesso.
Giovedì abbiamo passato la mattinata in piscina e poi verso l’1,30 ci siamo tutti preparati per il grande pranzo. La casa era arredata con alcune decorazioni tipiche: colori caldi e tacchini di carta qua e la.
Durante le prime ore abbiamo bevuto vino e mangiato antipasti, mentre nel tardo pomeriggio ci siamo trasferiti nel basement dove c’era un lunghissimo tavolo e affianco tutto il buffet. Tutto il cibo per me era nuovo ed era tutto molto buono.
CURIOSITA’
Siccome durante la mia esperienza non smetto mai di imparare vi racconto di qualche curiosità:
- Il Tacchino ripieno non è ripieno! Ahw!! già! La mia host mom mi ha raccontato che il tacchino ci mette tanto a cucinare e se fosse ripieno, per cuocere l’interno il resto verrebbe carbonizzato, quindi le salse sono a parte!
- Il Tacchino non viene messo intero in mezzo alla tavola. O meglio questo succede solo quando la famiglia è molto piccola. In caso di molti ospiti viene tagliato prima di essere servito, come è successo nel mio caso.
- Lunga giornata con tanto cibo, maaaa… La cena è durata meno di mezz’ora!! Già, una cena del genere in Italia dura almeno tre ore. Noi in mezz’ora avevamo finito tutto e avevamo pure sparecchiato. Tutti dicevano di essere pienissimi, ma io non avevo la sensazione di “pieno come un uovo” che provo ad esempio durante Natale in Italia
Con questo è tutto!!
A Presto
La vostra Au Pair
Susa