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Chissà che delusione per quanti avevano in buona fede pensato che una volta uscito di scena Silvio Berlusconi tutto si sarebbe risolto, magari con qualche sacrificio ma che infine la strada per risalire la china della pace e del benessere sarebbe stata imboccata, grazie alla caduta del dittatore causa di tutti i mali.
Invece, anche dopo il giuramento del nuovo governo tecnico a guida Mario Monti, che oggi avrà la fiducia al Senato, tutto appare essere rimasto esattamente uguale al giorno prima, con i lupi che ancora danno la caccia agli agnelli (tranne a Torino, dove accade il contrario).
Non solo le cose non sono cambiate, ma sembrano addirittura peggiorate e non perché la borsa scende ancora, perché ormai le quotazioni sono talmente basse che è addirittura difficile aggiornare nuovi minimi, e non solo perché lo spread dei Btp decennali continua a segnare quota 527 in questo momento, ma soprattutto perché sono gli spread di quasi tutti i paesi europei, nei confronti naturalmente dei Bund tedeschi, a salire progressivamente e inesorabilmente verso vette mai esplorate.
Dall'altra parte dell'Atlantico intanto, quelli che hanno scommesso sul crollo dell'Euro si stanno sfregando le mani, davanti all'inazione della Cancelliera tedesca Angela Merkel, per la quale è evidentemente più importante la propria rielezione alle prossime consultazioni elettorali che il destino dell'Unione Europea, della sua moneta e della sua economia.
Non sembra infatti che i tedeschi abbiano voglia di fare domani quello che bisognava fosse fatto ieri, come per esempio l'istituzione degli Eurobond, sui quali la commissione europea sembra voler invece accelerare e che nemmeno davanti al declassamento di una decina di proprie banche regionali da parte dell'agenzia Moody's sia disposti a rivedere la loro linea di fermezza contro la riforma dei trattati europei, per costruire degli argini più alti contro le ondate della speculazione finanziaria internazionale.
Eppure pare impossibile non abbiano compreso che è in atto un vero e proprio accerchiamento al loro paese, che sarà l'ultima e più ambita preda degli squali della finanza, ma evidentemente perfino in Germania nessuno riesce a sacrificare i propri interessi personali, immolando la propria carriera in nome per il bene della Patria.
Da noi invece una sensazione di smarrimento ha invaso un po' tutti. Privati dell'unico punto di riferimento sicuro e quotidiano, Silvio Berlusconi, sembra che siano in pochi a sapere cosa fare.
Fatalmente sono ormai destinati a scomparire le migliaia di articoli sull'ex premier e altrettante migliaia di parodie, battute e prese per i fondelli varie che hanno per anni fatto la fortuna di giornalisti grandi e piccini e di blogger famosi e sconosciuti. Basta fare un giro per la rete per rendersene conto, anche se sono ancora numerosi quelli che cercano di sfruttare il prodotto Berlusconi per lucrare ancora un minimo di attenzione, qualche centinaio di click e una decina d'euro di guadagno /gettonatissima la scontata battuta su Berlusconi che appoggia il governo Monti perché c'è Passera).
Addirittura singolare la situazione all'interno del quotidiano "Il Fatto Quotidiano" e nel suo sito internet. Nato con una ben precisa causa fondante, la lotta al regime berlusconiano, si può ben capire che venuta meno questa sarà complicato continuare a tenere una linea coerente e condivisa tra tutti i partecipanti all'impresa.
Vediamo infatti come il capo mandriano Marco Travaglio per una volta abbandona quello che è stato il suo bersaglio unico per almeno 15 anni e si dedica a vivisezionare il nuovo governo appena formato, facendo chiaramente capire che non gli garba per niente, i suoi sodali riescono ancora a deviare l'attenzione della mandria...ehm...i lettori, sulla figura del cainano di Arcore, che trama nell'ombra per asservire il paese intero alle sue voglie.
Del resto una scelta bisogna pur farla e dal momento che l'intera armata dei grandi media controllata dai cosiddetti poteri forti, finanziari, economici e industriali, appoggia il "sobrio, elegante ed educato" Mario Monti e il suo gabinetto, da chi da sempre si dice contro il capitalismo e il neo liberismo ci si aspetta una presa di posizione di critica netta e senza sfumature, ma bisogna considerare che non sempre essere una penna di una certa notorietà significhi essere pure dotati di intelligenza e acutezza.
Dovremo aspettare ancora la diffusione del programma del nuovo governo per vedere come reagiranno l'intellighentia, o presunta tale, del paese e le forze popolari, o presunte tali. Per ora scioperano come sempre studenti e Cobas, della Camusso nessuna traccia.
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