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Il sacro e il profano

Creato il 08 novembre 2012 da Tnepd

Il sacro e il profano

Il sacro e il profano Mi è bastato frequentare un paio di volte il carismatico Lino Bottaro, titolare di Stampa Libera, per convincermi, per qualche tempo, che la Chiesa cattolica fosse sotto attacco. Lo scandalo pedofilia l’ha messa in cattiva luce agli occhi di milioni di persone, ammesso e non concesso che l’indigeno dell’Amazzonia e il contadino cinese abbiano tempo, voglia e radiolina a transistors per ascoltare le notizie internazionali. Il paragone fattomi dal signor Bottaro, che qualcuno ha affettuosamente battezzato Don Lino, è stato quello dell’aristocratico e del suo maggiordomo. Vale a dire, dopo una lunga carriera di servitore, il maggiordomo approfitta del suo padrone decaduto per impadronirsi della magione, mandando alle ortiche lo stereotipo della fedeltà fino alla morte. Analogamente, dopo che per decenni, per non dire per secoli, i banchieri ebrei sono stati al servizio della Chiesa cattolica, negli ultimi tempi hanno deciso di sferrare un duro attacco alla vecchia decrepita Chiesa, loro ex padrona, per rovinarle definitivamente la reputazione e forse anche per una specie di rivalsa per i soprusi, i roghi e le confische che gli ebrei hanno subito nei secoli passati da parte del clero esoso e banditesco. Se poi ci mettiamo anche l’antica rivalità tra Chiesa e Massoneria, fittizia o meno che sia tale rivalità, ne emerge un quadro generale in cui le tesi del signor Bottaro risultano convincenti. E magari, sotto sotto, ebrei e massoneria internazionale finiscono per coincidere in tutto o in parte. Fatto sta che il furto delle carte segrete del Papa, da parte del maggiordomo privato Paolo Gabriele, evento battezzato dai media come Vatileaks, è venuto a dare ulteriore combustibile alle fiamme dello sdegno e dello scandalo internazionali nei confronti di Santa Romana Chiesa, fiamme nei confronti delle quali i fedeli cattolici sembrano ignifughi e refrattari. Io, da non frequentatore di chiese, mi chiedo: cos’avrà scritto di tanto segreto il Papa da dover arrestare, mettere in prigione e condannare a tempo di record il suo fidato – si fa per dire – maggiordomo? Riuscite a immaginare Gesù Cristo che scrive lettere segrete e che fa processare uno dei suoi? Vabbé che con Giuda ha avuto anche lui la sua gatta da pelare, ma il confronto tra il Papa e il Cristo può essere illuminante se si pensa che a finire sotto processo è stato il secondo, con esito nefasto, mentre ai giorni d’oggi ad interpretare la parte del cattivo è stato il Giuda Gabriele, di cui stiamo aspettando il suicidio per impiccagione. Cos’avrà scritto il Papa di tanto segreto? Qualcosa a che fare con Fatima? La data della fine del mondo? O ha una fidanzata o – più probabilmente – un fidanzato, di cui non si deve sospettare l’esistenza? In quest’ultimo caso sono affari suoi, ma se sa qualcosa sulla Fine dei Tempi ci riguarda ed è pregato di dirlo. E allora, alla maniera degli gnostici, il Gabriele non è più il cattivone di turno ma una specie di Prometeo che ruba il fuoco agli Dei per darlo agli uomini. Staremo a vedere! Il sacro e il profanoIntanto, con i nostri occhi smaliziati di non frequentatori di chiese, vediamo che al di là dell’esecranda abitudine di molti prelati di inchiappettarsi i fanciulli, c’è un’altra categoria di “minori”, di non-garantiti, su cui la violenza pretesca si è fatta vedere nei secoli e continua a farsi vedere. E’ la violenza, ideologica prima e concreta poi, che la Chiesa riserva agli animali, creati da Dio per il trastullo dell’uomo. Fiaba stantia e ammuffita. Lo abbiamo visto di recente con Famiglia Cristiana e lo vediamo continuamente con la mancata presa di posizione su temi delicati e scottanti, di natura etica, oltre che con l’esistenza dei cappellani militari, cosa di cui già Don Milani si era lamentato. Se, come loro stessi c’insegnano, si può peccare con pensieri, opere e omissioni, di queste ultime sono pluricolpevoli i preti stessi, nel momento in cui – pro bono pacis – omettono di schierarsi dalla parte della giustizia e finiscono per asservirsi al potere demoniaco dei tiranni e dei dittatori, essendo loro stessi, per natura, tiranni e dittatori. Nel momento in cui non vietano l’ingresso alle donne impellicciate, in chiesa, d’inverno, già commettono il peccato d’omissione e quando vietano non dico l’ingresso in chiesa ma la comunione ai divorziati, fanno opera di depistaggio morale, concentrando l’attenzione dei pruriginosi fedeli su temi risibili come il divorzio, trascurando temi più seri come le tagliole e lo scuoiamento di animali per futili motivi. Se mi risulta che certi sacerdoti facciano entrare in chiesa gli animali una volta l’anno, quando si festeggia San Francesco (lo faceva Don Mario Canciani), non mi risulta che alcun sacerdote abbia mai vietato l’ingresso in chiesa alle donne con addosso costose pellicce. Non dico che le si debba rasare ignominiosamente come le collaborazioniste dei fascisti settanta anni fa, anche se si meriterebbero questo ed altro, ma almeno farle vergognare di andare in giro per pura vanità vestite con cadaveri d’innocenti creature. Il sacro e il profanoIl giorno in cui qualche prete vieterà l’accesso alle funzioni religiose a donne (e uomini) veramente indegni, allora potrò riconoscere qualche attenuante alla religione cattolica. Ma finché certi preti, in onore di un altro santo, Sant’Uberto, faranno entrare in chiesa i cacciatori, con tanto di cani al guinzaglio e cervi morti distesi su un letto di rami di pino, le mie valutazioni saranno inesorabili. Devo aggiungere, per amore di verità, che in fatto di preti filovenatori, anche i protestanti non scherzano e questa foto potrebbe essere stata scattata all’interno di una chiesa luterana, per quel che ne so. Un colpo al cerchio e uno alla botte è una strategia che funziona fino a un certo punto. Preti come Don Canciani, o come quello spagnolo che gli animali domestici li benedice fuori dalla chiesa ma non al suo interno, finiranno per essere funzionali all’organizzazione, di modo che, se qualcuno volesse avanzare critiche di poca compassione da parte della Chiesa, ecco che gli si sbatterebbe sul muso i rari preti animalisti, così da tacitare i fedeli troppo suscettibili o i detrattori troppo accaniti. Il sacro e il profanoSul comportamento specista di molti sacerdoti ho un piccolo dossier, giacché li tengo d’occhio da molto tempo, per cui non citerò Don Degani e i suoi collegi preti cacciatori, ma riporterò casi recenti come quello di Don Marco Scattolon che in provincia di Padova ha fatto affiggere manifesti contro gli animalisti, che a suo dire si preoccupano più dei cani che dei cristiani. E’ un vecchio clichè e forse quel prete non sa neanche di avere un illustre precedente nel vescovo Battisti, di Udine, che nel Natale del 1988 pronunciò un’omelia sullo stesso tono anticinofilo. Come ho detto, non tornerò su quello squallido episodio. E sia pace all’anima del vescovo Battisti. Ma è di un altro prelato che voglio parlare. Quel cardinale Crescenzio Sepe che nel 2006 ha fatto un viaggio in Sudan. E cosa ti va a fare un vescovo in terra d’Africa? Non bastano le visite papali? Naturalmente non poteva esimersi dal sottostare ai rituali di macellazione indigeni. Immagino che sia stato ben attento a non prendersi qualche schizzo di sangue! Pensate che bello se, sconcertando i suoi anfitrioni, avesse avuto il coraggio di dire che sgozzare un vitello è puro abominio. Che figura da maleducato che avrebbe fatto! Ma come, ti diamo il benvenuto e la parte più tenera del vitello e tu ci tratti come selvaggi?!? Ovviamente, il cardinale Sepe non poteva fare un’uscita del genere, da spiazzare gli astanti, perché come non si può cavare sangue da una rapa (ma da un bovino sì), così non si può ottenere Compassione da un cardinale cattolico. Il sacro e il profanoMorale della favola. Per chi ancora non l’avesse capito, non solo il messaggio di Cristo è stato travisato, ma anche i primi cristiani sono stati completamente spazzati via. Costantino probabilmente, nel momento in cui obbligava i cristiani ad arruolarsi nel suo esercito e a mangiare quella carne che la loro fede gl’impediva di mangiare, ha dato solo il colpo di grazia ad un processo già in atto. La pianificata estinzione del vero cristianesimo era già cominciata decenni prima, nel momento in cui i primi missionari provenienti dalla Palestina si sono trovati a Roma e in Grecia in mezzo a genti barbare abituate a sacrificare animali alle loro divinità pagane e a mangiarne le carni. Quei pochi coraggiosi non hanno potuto prevalere sulle moltitudini crudeli che li circondavano e il fatto che si rifugiassero nelle Catacombe è la prova della persecuzione ai loro danni. Quando poi Costantino obbligava i superstiti di tale persecuzione ad uccidere animali e a mangiarli, facendogli versare in gola piombo fuso in caso di rifiuto, il cristianesimo originario era già agli sgoccioli. Dava gli ultimi rantoli. Oggi la struttura mentale del paganesimo ha preso il posto dei rituali sedicenti cristiani. Il ruolo del sacerdote pagano è stato preso da quello moderno, con solo qualche piccola variazione. Cambiano i nomi, le etichette, ma l’essenza malvagia dell’ipocrita mediatore tra Dio e l’uomo resta inalterata. In questo, hanno ragione i cattolici a parlare di religione bimillenaria, ma sbagliano per difetto. Non è solo da duemila anni che la Chiesa esiste, ma da molto tempo prima. Da Atlantide forse, o da quando gli Elohim chiedevano sacrifici animali per assaporare l’aroma delle carni bruciate. Io sospetto che abbia ragione David Icke a parlare di millenaria dominazione di una razza rettiliana su questo pianeta, esperta in manipolazione mentale. La religione è la principale forma di manipolazione delle menti e parlare di amore praticando il suo contrario è una forma astuta e irresistibile di manipolazione. Cosa si può obiettare ad un sacerdote che parla di amore dal pulpito? Non è per amore che stuprano i bambini? Non è per amore che il cacciatore uccide la selvaggina? Non è per amore che i nostri soldati, con l’immancabile cappellano militare, fanno le missioni di pace all’estero? Come fermare questo scempio? Io vorrei prendere per il bavero impellicciato la donnina che va alla messa, il pensionato che si reca in chiesa e scuoterli, svegliarli dal loro sonno ipnotico e dirgli: “Per l’amor di Dio, aprite gli occhi!”. Smettete di dare il vostro sonnolento consenso a questa organizzazione di rettili malvagi e mutaforma. Prendete coscienza di ciò che è realmente bene e ciò che è realmente male! Non fatevi ingannare! Il sacro e il profanoE, nello stesso modo, se penso che quasi ogni notte gli aerei militari rombano per ore a bassa quota, sopra la mia testa, sporcando l’aria, vorrei prendere per il bavero sindaci e assessori, prefetti e magistrati, svegliarli dalla loro ignavia e dir loro: “Per l’amor del Cielo, fate qualcosa!”. Smettete di far finta di niente e che la cosa non vi riguardi. L’aria che respiriamo ci riguarda tutti. La manipolazione nanotecnologica che forse ci stanno propinando via etere riguarda voi e i vostri figli lucertolini. Nel mio lucido delirio, successivamente, m’immagino che il sindaco, l’assessore, il prefetto o il magistrato, da me presi per il bavero, mi slinguazzino la faccia con una lunga sottile linguetta biforcuta, guardandomi attraverso pupille a fessura, sogghignando beffardi. E’ solo un mio delirio? Non c’è e non c’è mai stato alcun rettiliano? David Icke è solo un depistatore prezzolato? Sia come sia. E allora partiamo dalla realtà visibile. Partiamo dal cardinale Sepe che mette un piede sul bovino macellato. Partiamo dai cacciatori e dai falconieri in chiesa. Partiamo dal cartello antianimalista di Don Marco, affisso all’esterno della parrocchia. Se in questo mio articolo ho detto cose sbagliate, se ho commesso degli errori, voi, vi prego, mi….corigerete!

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