Sarà come scartare un cioccolatino. Con l’acquolina in bocca pregustiamo la novità, assaporiamo l’atmosfera, fantastichiamo sul sapore che connoterà il momento in cui la magia inizierà a sciogliersi. Sullo schermo, nei ricordi, tra i pensieri, in bocca. E’ anche da lì che transitano le emozioni. La nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si preannuncia intensa, carica di sensazioni vibranti, di suggestioni affabili. Dal 16 al 25 ottobre la struttura di Renzo Piano ospiterà numerose proiezioni, mostre e soprattutto celebrities internazionali che si sveleranno nel corso dell’intera rassegna, con il cartellone che, un titolo alla volta, comincia a rivelarsi. Sfumature artistiche e fragranze hollywoodiane pervadono l’aria, che profuma d’autunno, mentre il glamour che sublima il Festival contamina la scenografia della capitale, dispensando un po’ di quella delizia che la settima arte porta con se, in una manifestazione rivista nel nome e nel contenuto delle categorie in competizione.
1463 i film visionati, provenienti da 78 Paesi. 58 quelli presenti in selezione ufficiale, 24 dei quali in anteprima mondiale. Un menu che promette di non deludere. Di non lasciarci a bocca asciutta. A partire dal format, che prevede un coinvolgimento popolare e interattivo degno di un reality show. Come avviene da sempre a Toronto, anche Roma potrà finalmente dire di avere il ‘suo’ People Choice Award, con voti telematici all’uscita dalla sala da effettuare anche via applicazione telefonica. Perché, in fondo, il sapore della cultura, è appannaggio soprattutto del pubblico. La svolta Festa rispetto al Festival è così compiuta, come da almeno 3 anni l’intero mondo della critica giornalistica chiedeva a gran voce. Meglio tardi che mai.
Ma ecco cosa assaporeremo nei prossimi giorni. Il sipario si alzerà sulla prima internazionale di Trash, avventuroso thriller diretto da Stephen Daldry, apprezzatissimo per “The Hours” e “Billy Elliott”, e interpretato da Rooney Mara e Martin Sheen; tra le premiere concesse alla rassegna romana anche quelle europee di Stoneheart Asylum, che vede sul set gli immensi Ben Kingsley e Michael Caine, e di Black and White, ultima fatica di Kevin Costner. Proprio Costner è tra gli ospiti più attesi sulla passerella del festival, solitamente ben fornito di star in arrivo da Hollywood: manca l’ufficialità, ma l’attore dovrebbe garantire la sua presenza al pari del collega Richard Gere. Sarebbe lui a rappresentare “Time Out Of Mind”, opera di Oren Moveman premiata in occasione dell’ultimo Toronto Film Festival.
E poi? E poi vi faremo scoprire un festival diverso, inedito. Attraverso il sapore del cioccolato. Quello per antonomasia, Lindt, ovviamente. Giocheremo con il suo fortissimo potere evocativo, facendo riaffiorare ricordi e immagini dai nostri archivi mentali. La sublime alchimia di Lindor, in cui un guscio di finissimo cioccolato racchiude un morbido e avvolgente ripieno dall’irresistibile scioglievolezza, si materializza tracciando un percorso fatto d’indizi poetici e tracce ammiccanti, che noi codificheremo. Le nostre papille gustative ci guideranno, captando sensazioni, proiettandole sullo schermo della memoria. E coglieremo quella gocciolina quasi impalpabile capace di disegnare l’immenso edificio del ricordo di cui parlava Proust. Scandaglieremo le personalità dei volti più influenti del cinema contemporaneo e li accosteremo al sapore, dolce, amaro, piccante o esotico del cacao, che associamo alla loro identità. Il cioccolato è un ottimo alleato: grazie alle sue infinite sfaccettature e declinazioni, può dipingere l’essenza più variegata di ogni carattere, tracciando un profilo nitido e avvolgente.
Perché abbiamo scelto il cioccolato come metro di misura per raccontarvi la nostra idea di cinema? Perché il potere etereo del cioccolato governa in ogni Paese delle Meraviglie, cinematografico e non, ma soprattutto guida l’Alice insita in ognuno di noi.
di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net