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"Il segreto di papà? Sta con Luca". Le famiglie gay raccontate ai bambini

Da Pianetagay @pianetagay
qual'è il segreto di papà"Gay non è un insulto. E' una parola inglese che in italiano vuol dire 'allegro'. E si usa in tutto il mondo per indicare chi ama una persona del suo stesso sesso: un uomo che ama un uomo, o una donna che ama una donna". E' un linguaggio schietto, semplice e delicato quello del libro 'Qual è il segreto di papà?", in questi giorni in libreria (casa editrice Lo Stampatello, scritto da Francesca Pardi e illustrato da Desideria Guicciardini). Giulia e Carlo, due fratelli di sei e nove anni, figli di genitori separati, un giorno scoprono il 'segreto' del padre: si è rifatto una vita con Luca.
In Italia sono centomila i minori che vivono con almeno un genitore omosessuale, la maggior parte a loro insaputa. In un paese in cui la parola 'gay' è ancora "l'offesa peggiore", attorno a cui si scatenano accese polemiche politiche come il recente botta e risposta Scilipoti-Concia, Maria Silvia Fiengo e Francesca Pardi hanno fondato una casa editrice per l'infanzia per spiegare ai bambini realtà affettive e materiali alternative. Famiglie con genitori omosessuali, ma anche famiglie allargate, multietniche, monogenitoriali.
"Sono libri 'educativi', pensati per facilitare il dialogo su queste tematiche. Tra genitori e figli, ma soprattutto tra coetanei, tra insegnanti e alunni, tra adulti e piccini", spiega ad Affaritaliani.it Maria Silvia Fiengo. "Possono aiutare ad abbattere pregiudizi o ad evitare che ne nascano. L'importante è parlare apertamente di questi temi fin dall'infanzia, per aiutare i bambini ad accettare se stessi o gli altri".
Un progetto nato la scorsa primavera e che conta vari titoli in catalogo (Piccola storia di una famiglia: perché hai due mamme?; Piccolo uovo; Più ricche di un re!; Il Grande Grosso Libro delle Famiglie, in uscita a gennaio 2012). "I nostri sono piccoli numeri rispetto alle tirature dell'editoria tradizionale (circa 2.500 copie per volume, ndr), ma sono comunque indice di una crescente attenzione da parte della società", continua Fiengo. "Per esempio, il Comune di Torino ha individutao in 'Piccolo uovo' uno strumento utile a coprire una lacuna nell'educazione e ora ne stanno facendo una recita".
L'idea de "Lo Stampatello" nasce dalla mancanza in Italia di un'editoria specifica - "Come Associazione Famiglie Arcobaleno eravamo costretti a importare i testi dall'estero" - e dall'esperienza personale: "I compagni di scuola dei nostri figli o i vicini di casa chiedevano spesso 'notizie' della nostra famiglia arcobaleno. Così abbiamo inventato il racconto da cui è nato il primo libro, "Piccola storia di una famiglia", che abbiamo stampato in un centinaio di copie". Poi, la decisione di fondare una piccola casa editrice e di appoggiarsi all'ALI (Associazione Italiana Librai) per la distribuzione". La visibilità è arrivata quando Altan ha illustrato "Piccolo uovo". "In generale - conclude Fiengo - scegliamo sempre illustratori bravi e affermati, che riescano a declinare temi difficili con immagini dalla grafica accattivante e dai contenuti molto legati alla quotidianità e alla vita reale".
Maria Carla Rota - Affariitaliani.libero.it

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