Prendi una grande attrice come Kristin Scott Thomas, icona del bon ton british ed eroina strappalacrime de “Il paziente inglese”, trasportala a Bangkok nell’immaginario pulp e truculento di Nicolas Winding Refn e trasformala in un riuscitissimo mix tra “Lady Macbeth e Donatella Versace”. Il risultato è Crystal, madre terribile di Ryan Gosling in “Solo Dio perdona”, l’ultimo film dell’acclamato regista danese, già in concorso al festival di Cannes e da poco uscito nelle sale italiane. Un personaggio castrante e sensuale, un’autentica sorpresa. Donna al comando, in famiglia come nei traffici di droga, Crystal lascia prepotentemente il segno con un look fatto di ciglia finte, strati di trucco, exstension e abiti cheap su tacchi vertiginosi, oltre a un linguaggio sporcato di malizia e volgarità. In un’opera che punta e rischia sulla contaminazione, Refn oscilla sapientemente tra glamour, kitsch e ultraviolenza,
mescolando le psicologie di Sofocle al gusto eccessivo della serie B orientale. L’estetica monocromatica, divisa tra il rosso scarlatto e il nero pece, guida i personaggi in una maratona della vendetta, violentissima e senza scampo. Refn (i fashion victim lo ricorderanno per lo spot di Gucci Première con Blake Lively) conferma ;l’importanza dei costumi nel processo di trasformazione degli attori nei rispettivi ruoli- per Solo Dio Perdona è stato il cast a scegliere cosa indossare- assicurando una simbiosi perfetta tra i personaggi e l’ambiente in cui vivono: alberghi pacchiani per Crystal, palestre di muay thai sudice per Julian, per non parlare delle vesti ordinarie di un poliziotto in pensione, il Diavolo probabilmente, che prima ammazza a colpi di machete, poi si esibisce nei locali di karaoke con canzoni neomelodiche thailandesi. La danza di corteggiamento della morte avviene in stanze claustrofobiche, senza traccia di romanticismo, la tensione gocciola tra i pugni stretti e le lame affilate. Nel preludio alla vendetta-catarsi, nel tempo breve di un duello noir patinato, il giusto outfit da combattimento è un completo sartoriale, insanguinato e distrutto, come il volto di Gosling, un guerriero impotente alla ricerca di una liberazione trasognante e amputata.Magazine Lifestyle
Il senso di Nicolas Winding Refn per l'outfit da combattimento.
Creato il 13 giugno 2013 da Angelo Napolillo-Modaholic @modaholicPossono interessarti anche questi articoli :
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