Magazine Società

Il silenzio dei graviano vale miliardi: i soldi che entrano nelle loro casse grazie al loro tesoro

Creato il 23 agosto 2011 da Madyur

I Graviano sono in carcere, ma il loro potere nella periferia di Palermo, a Brancaccio, è ancora incontrastato. Filippo e Giuseppe Graviano sono dietro le sbarre da 17 anni , condannati per le stragi di Palermo e per quella di Firenze , per l’omicidio di padre Puglisi e per una decina di latri delitti mentre ora sono indagati per aver premuto il telecomando della bomba che dilaniò Paolo Borsellino e la sua scorta.

ansa_17425029_22430

Sono in carcere , ma incutono ancora terrore. Il loro patrimonio è rimasto ancora intatto. Un tesoro tra beni in Italia e investimenti all’estero sopravvissuto a tutte le inchieste : sono l’ultimo mistero di questa famiglia , custode dei segreti che hanno cambiato la storia d’Italia e che possono ancora condizionarla.

Finora la loro forza è stata il silenzio , ribadito nell’aula a processo a Dell’Utri davanti alla richiesta di confermare le accuse di Spatuzza sulla trattativa con la nascente Forza Italia.

Ai suoi fedelissimi Graviano ripeteva che si dovevano sentire figli di Totò Riina. Contrariamente a come si pensava , i boss del Brancaccio non avevano rapporti con Provenzano : il loro referente era solo il capo dei capi. Il giorno che Riina venne arrestato, 15 gennaio 1993, Giuseppe Graviano aveva un appuntamento con lui in un magazzino vicino ai Cantieri Navali di Palermo , dove si incontravano spesso. Graviano era convinto che la cattura del boss , avrebbe scatenato una guerra interna dentro Cosa Nostra.

Ma non avvenne e per la prima volta i suoi affiliati cominciarono a sentirlo parlare di politica e di leggi. Con i suoi uomini ostentava sicurezza , come se avesse ricevuto garanzie importanti. Ma dopo la cattura di Riina , i fratelli con le fidanzate lasciarono Palermo. Ogni volta che i soldi stavano per finire , bastava fare un fischio nel loro regno e un messaggero consegnava una valigia piena di soldi. Con quei soldi finanziavano residenze lussuose e organizzavano attentati sanguinosi ; colpendo i monumenti di Firenze, Roma, Milano. Bombe che dovevano aprire nuove alleanze.

Il lungo viaggio dei Graviano doveva servire per tessere contatti e far rimanere in galla Cosa Nostra. La mafia , raccontano i collaboratori di giustizia, aveva flirtato con il partito socialista. Ma Mani Pulite aveva colpito Bettino Craxi . Graviano confessò a Spatuzza che i socialisti erano dei cornutazzi.

Il 15 settembre 1993 Graviano ordinò l’uccisione di Don Puglisi, riaffermando con il piombo il dominio sul quartiere. I boss sono a Milano dove resteranno fino a novembre dove verranno arrestati il 27 gennaio 1994. Dieci giorni prima Giuseppe era a Roma che raccontò a Spatuzza che l’accordo con Berlusconi e Dell’Utri era cosa fatta. E quelle erano persone serie. Su quelle frasi Graviano non ha sostenuto il confronto con Spatuzza in aula.

I beni dei Graviano anche se in carcere sono tanti. Grazie a prestanome e fiduciari. Alcune stazioni di servizio su viale Regione Siciliana e poi via Oreto sono patrimonio della famiglia. A Brancaccio sono proprietari di palazzine, magazzini , edifici commerciali , più d’una ventina di appartamenti sparsi in altre zone della città. Gli alloggi sono stati dati tutti in affitto : le pigioni sono raccolte da uomini del clan e consegnate a Nunzia Graviano , sorella del boss e alla madre , Vincenza. Nel loro elenco compaiono bar , negozi e panifici di cui i fratelli sarebbero soci occulti. Nella cassa dei Graviano piovono mensilmente centinaia di migliaia di euro.

Nunzia è stata arrestata nel 1999 e condannata : ha scontato 4 anni per mafia. Poi si è trasferita a Roma è entrata in società ed ha aperto dei bar nella zona di Viale Libia. Ha scelto un profilo basso. A Nunzia il clan avrebbe affidato il compito di amministratore delegato della holding che provvede anche ai bisogni delle cognate. A ognuna delle due signore vanno circa 5000 euro al mese , escluse le spese di viaggio , soggiorno e autista per le visite che fanno in carcere ai loro mariti. E un bonus annuale ricevono anche i figli dei due boss ai quali viene pagata la retta in una delle scuole private più costose della città. Poi ci sono le uscite per i legali.

Giuseppe Graviano pochi giorni fa si è dichiarato povero chiedendo allo Stato di farsi carico della parcella del suo avvocato. C’è voluta un’indagine coordinata dalla procura nazionale antimafia per far emergere le ricchezze del boss. Nel 1999 fu avviata l’inchiesta su Nunzia Graviano , le intercettazioni evidenziarono una ragnatela economica da alta finanza. Si citavano investimenti in orsa su società quotate e acquisti di azioni di parecchie società , incluse Fininvest. Sarebbe ancora nelle mani dei boss i soldi del broker lussemburghese Angelo Zito.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :