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Il Sole fronte/retro

Creato il 08 febbraio 2011 da Stukhtra

STEREO ci offre finalmente uno sguardo globale

di Marco Cagnotti

Se c’è un’esperienza frustrante nel lavoro di un osservatore del Sole, è quella di vedere un promettente gruppo di macchie solari iniziare ad ampliarsi, svilupparsi, ingarbugliare la propria struttura nel giro di pochi giorni… per poi vederlo sparire dietro il bordo solare, trascinato dalla rotazione inesorabile della stella. Tanto per esemplificare, è proprio quanto sta succedendo in questi giorni con il gruppo 1153 (n. 10 nella numerazione della Specola Solare Ticinese). E ti chiedi: “Ecco, adesso che cazzo farà là dietro?”. Già. Come diavolo si fa a conoscere un oggetto, se si può vederne solo la metà?

Il Sole fronte/retro

Il gruppo 1153 è proprio sul bordo e sta per sparire. (Cortesia: SDO/HMI)

Il Sole fronte/retro

Il gruppo 1153 corrisponde al n. 10 nelle osservazioni effettuate preso la Specola Solare Ticinese. (Cortesia: Specola Solare Ticinese)

Beh, si fa. Da 400 anni si fa, ossia da quando furono scoperte le macchie solari. E per la verità siamo arrivati anche a sapere parecchio sul Sole pur potendone osservare solo la metà e intuendo ciò che accade di là da ciò che si vede di qua. Però da ora in poi andrà ancora meglio, perché i due Osservatori STEREO (che sta per Solar TErrestrial RElations Observatory) della NASA hanno finalmente raggiunto la configurazione che permette loro di riprendere la stella da entrambi i lati. Così, quando un gruppo di macchie sparirà oltre il bordo, potremo continuare a seguirne l’evoluzione. Ma… cui prodest?

Semplice: omnibus prodest. Perché il Sole se ne sta bello pacioso a fare la bomba termonucleare in esplosione permanente da 5 miliardi di anni (con la prospettiva di proseguire altrettanto) a 150 milioni di chilometri da noi, e si mantiene tranquillo come una qualsiasi stella di Sequenza Principale ben educata. Però ogni tanto accade che spari in giro materia sotto forma di Eiezioni Coronali di Massa (CME): miliardi di tonnellate di plasma a migliaia di gradi lanciato nello spazio. E, se la Terra è lungo la traiettoria, nel giro di poche ore possono essere cazzi amari. Non che noialtri si vada arrosto: siamo protetti dal campo magnetico e dall’atmosfera terrestri. Però la deformazione subita dal campo magnetico nell’impatto induce poderose correnti elettriche al suolo e devasta i trasformatori. Risultato: black-out generalizzati. Non per un’oretta, come succede quando c’è qualche guasto sulle linee elettriche e i tecnici intervengono subito per ripararlo. Macché: qui stiamo parlando di restare al buio per giorni o settimane. E no, non è bello. Per niente. I danni di un evento come quello risalente al 1859 (quando però la tecnologia era molto più semplice e di conseguenza più solida di quella moderna), se si verificasse oggi, sarebbero dell’ordine delle migliaia di miliardi di dollari.

Ora, prevedere le CME è un casino. Però STEREO aiuterà, riprendendo il Sole con SECCHI (acronimo che sta per Sun Earth Connection Coronal and Heliospheric Investigation ed è un omaggio a Padre Angelo Secchi, astronomo e gesuita dell’Ottocento, fra i primi a fotografare le eclissi totali di Sole). Infatti i due nuovi Osservatori consentiranno di seguire con continuità l’evoluzione delle regioni attive e potenzialmente pericolose anche quando si trovano sul lato del Sole invisibile dalla Terra. Il problema diventa poi che fare in caso di allarme. A tutt’oggi non c’è uno straccio di piano d’emergenza. Ma questa è tutta un’altra faccenda.


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