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Il sostegno sociale: riunirsi a tavola!

Da Psychomer
by Maria Concetta Antelmi on dicembre 7, 2011

La condivisione di un oggetto,un affetto,un momento ecc. è l’esaltazione  della psicologia di comunità, che svolge ricerche su problemi umani e sociali, orientandosi dall’individuo alla collettività.

Murrell definì la psicologia di comunità come lo studio delle transazioni tra le reti di sistemi sociali, le popolazioni e l’individuo. Essa sviluppa e valuta metodi di intervento che migliorino gli adattamenti della persona all’ambiente.

Una recente rassegna condotta sulle tre riviste internazionali di settore (1997-2004: Journal of Community Psychology, American Journal of Community Psychology, Journal of Community andApplied Social Psychology) (Cristini et al., 2005) indica la presenza di 6 aree tematiche principali, che coprono quasi il 90% degli articoli esaminati: salute mentale (29,2%); prevenzione (19,2%); caratteristiche fisiche e sociale dei contesti di vita (14,3%); sostegno sociale (13,7%); fattori di rischio/resilience (7,9%); empowerment (7,5%); senso di comunità.

In questo articolo mi soffermo sul sostegno sociale. Esso  è stato definito da Ensel e Kuo nel  1979 come: “l’insieme delle risorse accessibili all’individuo attraverso i contatti con altri individui, gruppi e/o comunità”.

Esistono diversi strumenti per la misura del sostegno sociale, spesso però misurano aspetti diversi, risultando così debolmente correlati fra loro; Marsella e Snyder sostengono che le reti sociali possono essere caratterizzate da quattro dimensioni: la struttura (variabili morfologiche), l’interazione (variabili di relazione), qualità (qualità dei legami), funzione (specifica, svolta dai membri.

A mio avviso è inoltre importante differenziare tra due prospettive di indagine. La prima ha un effetto primario sul benessere, ossia prevede un sostegno nella vita quotidiana. Indipendentemente dai livelli di stress, secondo l’effetto primario, il sostegno agisce lungo tutto il corso della vita dell’individuo. La seconda invece prevede che il sostegno sociale funga da tampone delle conseguenze dello stress; studiando quindi il modo in cui le risorse sociali sostengono gli individui che si trovano in difficoltà.

Secondo Cohen e Wills, il sostegno sociale può intervenire, riducendo la quantità degli stressor e modificando la percezione degli stessi, alleviando così l’impatto  e favorendo risposte attive e funzionali.

Il sostegno sociale ha  delle funzioni stabilite da House,1981,che sono:

  • sostegno emotivo(manifestazione di affetto,interesse e amore verso l’altro);
  • sostegno informativo(aiuto psicologico,nel dare informazioni di cui necessita una persona, quelle informazioni   che lo aiutino a risolvere un problema);
  • sostegno strumentale(forma di sostegno o aiuto che consiste in un intervento attivo verso un altro,es. prestito di denaro);
  • sostegno affiliativo(o di stima, o valutativo);

Mangiare insieme può essere considerato un tipo di sostegno sociale: l’unione nello stare seduti attorno ad una tavola imbandita, nel nostro paese, risponde alle funzioni di quanto detto sopra.

Stare insieme a tavola, condividere il cibo, simboleggia sentimenti e funzioni: l’amicizia, il senso della famiglia, la festa, il benessere, il rito e la tradizione, agevolando la comunicazione intra-familiare: proprio ciò di cui oggi le famiglie hanno bisogno.

Tu hai mai stretto amicizia o fatto semplicemente conoscenza a tavola?

 


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