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Il teatrino e i pupi

Creato il 30 settembre 2010 da Pierotieni

Parla Di Pietro, Berlusconi protesta con Fini

di Piero Tieni Il piccolo imperatore (azzoppato) Sembrava un leone in gabbia e deve avergli creato una certa inquietudine la consapevolezza che il nemico fosse costantemente alle sue spalle. Ci ha pensato un’estate intera a come farlo fuori e chissà che rabbia gli fa adesso pensare che il suo calvario si reggerà sulle gambe dei Bocchino e dei Granata (che già i nomi non rassicurano…). S’intuiva già la malaparata quando affidò la mission impossibile dell’allargamento della maggioranza a tale On. Nucara. Poi ieri le risate sono state impietose quando ha evocato l’abbassamento delle tasse, la Salerno Reggio Calabria e il Ponte sullo Stretto. Lì si è capito che ormai era cotto e tanto valeva buttarla a ridere. Battuta migliore, rivolto a Donandi dell’Idv “almeno datemi atto che sto passando un compleanno di merda”.   Antonio Di Pietro Gli ha detto cosucce tipo Stupratore (della democrazia), Pregiudicato illusionista, Erede di Nerone, Capo piduista, Maestro di massoneria deviata, Precursore della Corruzione di Statao, Testa della Piovra, Criminale. Lo sappiamo che lo fa per non farsi scavalcare da Grillo, ma quando i tempi saranno ancora più bui, cosa gli resterà da dire? Assassino? Battuta migliore, rivolto al piccolo imperatore: “lei ha parlato della volontà del governo di implementare la lotta alla corruzione. E che fa? Si arresta da solo?”   Pierluigi Bersani Da Eugenio Scalari fino all’ultimo militante del circolo di provincia, il giudizio sembra unanime e cioè: è una bravissima persona, è stato un bravo ministro, ma come leader, capopartito e trascinatore…non sembra proprio adatto al ruolo. Ieri ha lasciato da parte le metafore impossibili, gli slogan non propriamente esaltanti tipo rimbocchiamoci le maniche o la pazienza è finita, ed ha tirato fuori (finalmente) le palle. Ha iniziato sereno ed ha terminato l’intervento in un inarrestabile crescendo rossiniano. Quando s’impadronirà completamente del timone piddino, incurante delle tribù dalemiane e veltroniane il cammino sarà compiuto. Battuta migliore, rivolto al governo “è sempre colpa degli altri, dei giudici, dei rom, degli alleati… ma quanto dovete stare al governo? dovete starci 80 anni perché la colpa sia vostra?”   I futuristi Cantano giustamente vittoria le tigri di Futuro e Libertà. L’intervento di Barbareschi era da sottoscrivere parola per parola. Quando li senti in tv, viene spontaneo mettersi dalla loro. Ma la domanda resta: e dov’erano fino ad ora? E soprattutto: dove si collocheranno alle elezioni se la legge elettorale resterà quella di adesso? Davvero faranno il terzo polo con Casini e spianeranno la strada alla Sinistra che quando il centrodestra si divide, vince anche contro le proprie intenzioni?   Le facce di M Nel senso di Mimun & Minzolini. Gurdando i loro telegiornali della sera, che messi assieme fanno (ancora) circa 10 milioni di telespettatori, la notizia era che il Re Sole vinceva la partita 342 a 275. Grande! Avranno pensato gli (inconsapevoli) astanti. I trombettieri di Palazzo, dimenticavano solo di aggiungere che al netto dei futuristi quel numero diventa 310, che per essere finindipendenti, di voti ce ne volevano almeno 316, che l’obiettivo era quello ed che è stato mancato, che inizia il calvario, che tra un po’ si dichiara fallimento e che a Marzo si vota.   Achille Serra E’ un piccolo caso ma serve come raffigurazione plastica dei tempi. Arrivò in parlamento con Forza Italia, poi (l’innefabile!) Mr. Weltronix, lo portò nel Pd insieme a Binetti, Calearo e Madia manco si trattasse di una puntata del MaurizioCostanzoShow, dove ci stavano bene tutti, ma proprio tutti. Adesso il poco eroico Achille approda all’Udc. Un transfuga Prefetto.

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