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Il tempio di Erode tra portici, colonnati e bancarelle. 44 anni di suppellettili

Da Gio65 @giovanniparigi

//m2.paperblog.com/i/137/1375152/sulle-bancarelle-e-sui-mercatini-L-RzB8Gl.jpegColoro che leggendo il post siano interessati ad approfondire l’argomento leggano La cronologia di Dio. Quando la Bibbia gioca con i numeri , dove troveranno tutto quanto necessario alla sua esatta comprensione. Per gli altri, cioè coloro che finora mi hanno seguito, sappiano che è un post molto importante perché prova la bontà dei miei sforzi.

Parlerò di una questione che sinora, a quanto mi risulta, nessuno ha sollevato. Gv. 2,20-21 fa riferimento al tempio di Erode o a quello ricostruito dopo l’esilio? Tutta l’esegesi e la storiografia  concorda nel sostenere che si tratti di quello di Erode, per cui i 46 anni necessari alla ricostruzione indicati da Giovanni nei versetti citati ad esso vanno imputati. Ma è così? A mio parere le cose potrebbero stare n maniera molto diversa. Si tratta allora di vagliare entrambe le ipotesi non dando niente per scontato.

Analizziamo la prima ipotesi e attribuiamo i 46 anni alla costruzione del tempio erodiano. Interroghiamoci su cosa si fonda tale asserzione o se esiste una fonte che afferma ciò. Beh a me risulta solo che Giuseppe Flavio scrive che il tempio di Erode fu ricostruito in 18 mesi (Antichità giudaiche,XV, 421 [xi, 6]). Salta subito agli occhi che la differenza tra 18 mesi e i 46 anni di Giovanni 2,20-21 deve essere colmata se si sostiene che tali versetti facciano riferimento al tempio erodiano. Insomma se si afferma o si ritiene vera l’asserzione flaviana bisogna, se di dà per buona anche quella di Giovanni, spiegare che cosa abbiano fatto dal 19° mese al 46° anno. Se ho ben capito si dice e si scrive che tutti questi anni (44 anni all’incirca) siano stati impiegati per i lavori di rifinitura (Portico, Cortile dei gentili etc.) Anche qui però dobbiamo chiederci sulla base di cosa si fa tale affermazione. Insomma esiste una fonte o una ragione valida per dire ciò? A me non risulta. Risulta invece, detto in soldoni, che sia una semplicistica giustificazione di un vuoto altrimenti incolmabile e poco comprensibile razionalmente, perché se G.Flavio dice che ci sono voluti 18 mesi per costruire il tempio evidentemente tutto era pronto allo scadere del mese suddetto, per cui sostenere che gli altri 44 sono stati impiegati per altre strutture è un’evidente forzatura nel tentativo di armonizzare due informazioni cronologiche altrimenti inconciliabili. Avete già capito che tirare in ballo portici o cortili ci fa entrare nel meramente opinabile.

Guardiamo adesso cosa accade se attribuiamo, come faccio io, i 46 anni alla ricostruzione post esilica. Chi conosce i miei post sa che io dato il I° anno di Artaserse il 471/2 a.C. Questa è la datazione che ho usata ogni qual volta è stato necessario riferirmi a tale anno, tant’è vero che esiste un post ad esso dedicato Ipotesi per la datazione del I° anno di regno di Artaserse I Longimano (471a.C.)  . Insomma io ho sempre e comunque datato il I° di Artaserse nel 471/2 a.C. Dico questo per evitare qualsivoglia dubbio circa un’eventuale approssimazione ad hoc. Chiarito questo procediamo. Sappiamo da Esd. 7,7-10 che nel VII° anno di Artaserse rientra in Gerusalemme un gruppo di israeliti con lo scopo di riedificare il tempio (cfr. Esd. 7,14-20). Calcoliamo quindi tale settimo anno che è il 464a.C. a cui sottraiamo i 46 anni previsti da Gv. 2,20-21 e otteniamo il 418°.C. cioè il sesto anno di Dario secondo come indicato da Esd. 6,15, anno in cui furono terminati lavori di ricostruzione. Come vedete se attribuiamo i 46 anni alla ricostruzione post esilica non cadiamo in una caotica ricostruzione piena di se, ma, forse ma cadiamo in una cronologia che si distingue per chiarezza, coerenza e semplicità perché questo lungo intervallo(46 anni) è dovuto alla presenza di un editto di Artaseserse che blocca i lavori e che tutti, tutti si ostinano a ignorare datando la dedicazione nel 515a.C. La mia cronologia non solo lo rispetta, ma neppure farfuglia di portici e colonnati per colmare uno scarto di 44 anni come fa quella che vuole attribuire i 46 anni al tempio erodiano. No, Giovanni fa riferimento al tempio post esilico e non a quello di Erode.

Le implicazioni di questa nuova esegesi dei versetti giovannei sono estremamente importanti. La più importante però è che se datiamo l’inizio dei lavori al secondo tempio nel 535°.C., come possiamo dire che essi terminarono nel 515a.C. se Giovanni dice che ce ne sono voluti 46? Che fine fanno gli altri 26 anni? Stavolta non ci sono portici da ricostruire? Vi dico io come a mio parere si è ragionato. Se si data l’inizio della ricostruzione nel 535a.C. poi ci  si deve fermare, per un briciolo di coerenza con il testo biblico, al sesto di Dario I° (522a.C.-486a.C). cioè il 515a.C. per rispettare almeno Esd.6,15 che parla di un sesto di Dario senza specificare se primo o secondo. Capite da soli che Gv. 2,20-21 smentisce categoricamente la cronologia  ufficiale della ricostruzione del secondo tempio fino a renderla totalmente incredibile. Ecco perché per quei versetti non c’è posto e li si attribuiscono al tempio erodiano con giustificazioni al limite del credibile che vede portici, colonnati e bancarelle impiegare 44 anni mentre per la ricostruzione del tempio solo 18 mesi

Vedi anche: Seder Olam Rabbah e i 480 anni tra I° e II° tempio


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