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Il Tempo Ritrovato: Proust al cinema

Creato il 10 agosto 2013 da Madamearquebuse

Tanti registi hanno tentato, ma nessuno è riuscito mai nell’impresa: realizzare una versione cinematografica del capolavoro proustiano, À la recherche du temps perdu, che euguagliasse il capolavoro letterario.

Lo stesso Marcel Proust fu sicuramente attratto dal mondo, allora ai primordi, della cinematografia, come testimonia, all’inizio di  Dalla parte di Swann, la suggestiva descrizione delle immagini in movimento proiettate dalla lanterna magica, il giocattolo preferito del piccolo narratore. 

Di certo una delle difficoltà maggiori che incontrerebbe chiunque volesse rappresentare filmicamente l’immaginario del microcosmo proustiano, sarebbe proprio la molteplicità di piani narrativi, il continuo movimento tra spazi temporali diversi, collegamenti imprevedibili,  reminiscenze incontrollate, riflessioni introspettive.

Si sono cimentati Joseph Losey e Luchino Visconti, senza trovare i finanziamenti necessari e concludere le riprese; altri registi hanno realizzato dei lungometraggi, tra cui Raoul Ruiz, nel 1999.

tempo-ritrovato

Avvalendosi di un cast di star (Catherine Deneuve interpreta Odette, John Malkovich il barone di Charlus) il regista cileno traspone con stile visionario le vicende dell’ultimo volume de la Recherche, Il tempo ritrovato.

Curatissime la scenografia, le ambientazioni e i costumi; raffinatezza, classe, inquadrature mai banali e fedeltà alle atmosfere originali contraddistinguono l’intero film: inevitabilmente però districarsi tra le spire della trama risulta incomprensibile per chi non conosca approfonditamente il capolavoro proustiano, i personaggi e gli intricati rapporti che li legano.  Alcune sequenze sono molto suggestive, ma a volte i collegamenti mnemonici sembrano forzati per lo spettatore, mentre il lettore li trova immediati.

il Narratore e Gilberte

il Narratore e Gilberte

A chiudere il film, l’onirica scena che vede ricongiugersi il narratore e il suo alter-ego bambino sulla spiaggia di Balbec, mentre una villeggiante legge alcune righe da il Trionfo della Morte di d’Annunzio.

La scena finale

La scena finale

 

Comunque ogni tentativo di accostarsi cinematograficamente all’opera più universale della letteratura di tutti i tempi merita un elogio, anche se i risultati finora non sono stati soddisfacenti. Chissà se un giorno qualche regista riuscirà nell’ardua e impossibile impresa: nel frattempo leggiamo e rileggiamo il capolavoro di Proust, e “accontentiamoci” della nostra immaginazione…

 



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