Apprendiamo dalla stampa che sono stati acquistati 100 nuovi alberi da utilizzare per ripiantumare viale Po. Si tratta di esemplari di Sophora Japonica, per una spesa complessiva di € 60.000. Passeggiando lungo il viale si possono già vedere disegnati per terra i tratti di riferimento per la sistemazione in loco dei nuovi alberi.
Quindi tutto bene quel che finisce bene? Neanche per idea.
Ci chiediamo se sia opportuno partire con una ripiantumazione prima di provvedere alla sistemazione di ciò che sta sotto la strada: per anni ci hanno detto che il viale necessita di una riqualificazione globale che va dai marciapiedi alla pista ciclabile, dal manto stradale ai sottoservizi… Abbiamo avuto numerosi esempi, anche recenti, di tagli di piante a suo tempo posizionate male, in sovrannumero rispetto allo spazio disponibile o messe a dimora in tempi (tecnici) sbagliati rispetto ad altri lavori necessari.
Ci pare quindi poco logico pensare di piantare alberi senza aver prima sistemato, per esempio, i sottoservizi, e comunque senza avere un progetto complessivo che riguardi viale Po e più in generale tutto il Quartiere Po.
A questo proposito sarebbe interessante sapere in quale cassetto di quale ufficio comunale giace il progetto di riqualificazione dell’intero viale messo a punto da un gruppo di studenti e docenti dell’Istituto per Geometri “Pietro Vacchelli”.
Da Cremonaoggi del 15 maggio 2012: Il vice sindaco si è complimentato con i ragazzi e con i loro docenti non solo per la qualità della proposta progettuale elaborata, preceduta da uno studio puntuale ed approfondito della situazione esistente, ma anche per l’attenzione e la sensibilità dimostrata alla qualità urbana della città in cui vivono e studiano. “Il progetto donato al Comune – ha tenuto a precisare il vice sindaco Malvezzi – rappresenta un utile quanto interessante stimolo di confronto e di discussione e verrà affidato ai competenti uffici comunali che valuteranno le soluzioni proposte.”
Attendiamo una risposta insieme agli autori del progetto che, avendoci messo fatica, competenze e tempo, non ci sembra meritino solamente una presa in giro.
Ci lascia anche un po’ perplessi la scelta dell’essenza destinata a sostituire i Platani. La motivazione ufficiale è che si tratta di “essenza dalla folta chioma che consentirà di mantenere il valore monumentale e l’impatto visivo che da sempre hanno contraddistinto il corso principale di accesso al centro città.” Bene, ma non c’era nessun tipo di pianta, tra quelle tipiche delle nostre zone, adatta a questo scopo? Era necessario ricorrere ancora una volta ad una specie importata da altri continenti?
Continuiamo a non capire il metodo di lavoro di questa amministrazione, pronti ad adottare provvedimenti a macchia di leopardo e scoordinati tra loro e a ripetere il solito ritornello: “i problemi attuali sono frutto delle passate gestioni”. Siamo certi che sarà così anche per i prossimi che arriveranno: i problemi di Cremona saranno “colpa” dei precedenti amministratori (vero) e i “nuovi” non potranno risolverli (falso!) Per risolvere i problemi bisogna lavorare seriamente e costruire un percorso di confronto tra cittadini e forze politiche, percorso impegnativo soprattutto se quello che si teme di più è la rottura di certi delicati equilibri…
Concludendo, ben vengano interventi di riqualificazione della città, ma devono essere interventi ragionati, condivisi e partecipati, dettati dalle vere priorità dei cittadini e della città intesa come organismo complesso che vive con e per gli esseri che la abitano. Anche se nell’immediato non porta ai risultati di facciata, che piacciono tanto ai politici…
Luci (Laboratorio urbano civica iniziativa)
(in allegato il Progetto realizzato da un gruppo di studenti della classe 4a dell’ITG “Pietro Vacchelli”)