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Il tramonto di Little Italy

Creato il 24 febbraio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Il tramonto di Little Italy

Lo storico quartiere di New York è stato ormai inglobato da Chinatown, tanto che il New York Times l’ha ribattizzato “Littler Italy”.

L’atmosfera italiana si riduce ormai a due viali: Mulberry Street e Grand Street; il resto è caduto in mano ai prezzemolini orientali. Basta un dato per fotografare la situazione. Nella sua età dell’oro, nel 1950, Little Italy contava 10 mila abitanti, di cui la metà italo-americani. Ora, invece, i residenti sono 8.600, ma gli italo-americani solo il 5%. Metà della popolazione è nata all’estero, ma nessuno in Italia, ben il 90% in Asia. I battesimi di italo-americani sono appena 30 all’anno.  

Niente più italiani, niente più criminalità organizzata. Lo storico Ravenite Club della famiglia Gambino è un negozio di scarpe. Nella recente retata che ha decapitato la Mafia statunitense con oltre 100 arresti, nessuno dei catturati viveva a Little Italy.

Nonostante il successo di alcuni negozi storici come il Sambuca Cafè di Sam Tramontana e la pasticceria Ferrara, il rione continua a perdere terreno, stretto tra la morsa di Chinatown a Nord e di SoHo, il quartiere degli artisti, a Ovest.

I cinesi, secondo molti, sono aiutati nella loro opera di snaturamento del rione dal Comune che appoggia il loro Piano di miglioramento di Little Italy, ingolosito dai tanti turisti che arrivano per festeggiare il capodanno. Tant’è che nella guida National Park Service Little Italy e Chinatown sono fusi in un unico quartiere.

Un’unione, che equivale ad estinzione per i nostri mezzi connazionali, che sarà a breve sancita da una nuova festa: il Marco Polo Day, veneziano che costruì la laison tra cinesi e italiani. La sua celebrazione, però, sostituirebbe la storica festa di San Gennaro.

Per aiutarci a capire meglio il cambiamento della nostra propaggine in terra statunitense ho intervistato Massimiliano Fazio, un amico di Oblio, che ha visitato New York lo scorso aprile.

Il tramonto di Little Italy

Allora Massimiliano, che atmosfera si respira tra le vie di Little Italy?

Il mito di Little Italy sopravvive attualmente, ma passeggiando nelle uniche tre vie che ad oggi la compongono non si avverte più quel senso di italianità che una volta era motivo di orgoglio degli emigranti.
Ormai sono rimasti veramente pochi italo-americani che sono partiti dal vecchio continente in cerca di fortuna, i loro discendenti poco si ricordano delle loro origini. Sembra che l’unica cosa che gli sia rimasta sia la cucina, anche se la tradizione culinaria (nonostante gli svariati ristoranti che compongono Little Italy) si sta, purtroppo, sempre più livellando alle abitudini americane.

Il tramonto di Little Italy

Il predominio cinese è solo commerciale o anche culturale?

Nella mia personalissima, seppur breve, esperienza Newyorkese prima di passare da Little Italy per sperare di trovare quell’aria di casa ho passeggiato per la ormai vastissima Chinatown, quartiere che in parallelo all’espansionismo economico ed imprenditoriale della Cina si è allargato anche all’interno della città di New York stessa, a discapito dei quartieri limitrofi (tra i quali Little Italy).
Ormai la comunità cinese ha impiantato anche le proprie radici culturali nella città di New York, come lo si può vedere passando da Confucio Square ed osservando alcuni dei monumenti che riportano avvenimenti storici, anche recenti, della storia cinese.

Il tramonto di Little Italy

Che gente circola per il quartiere, turisti a parte?

Il quartiere è composto prevalentemente da ristoranti e le uniche persone, oltre i turisti, che compongono lo scenario sono i ristoratori che tentano di attirare i propri clienti elencando specialità italiane, come ad esempio i vari tipi di pasta ed i piatti forti della cucina tipica dell’Italia meridionale.

Perché, a tuo avviso, gli italo-americani hanno deciso di abbandonare lo storica zona della comunità?

Per lo stesso motivo per il quale molti italiani abbandonano negozi e posti nei centri commerciali anche qui in Italia. La concorrenza del mercato asiatico si è fatta sempre più imponente e sta via via lasciando sempre più il passo alla produzione a basso costo che comporta prezzi competitivi ed entrate al limite dell’assurdo per il mercato cinese.
Di fatti molte zone delle città in tutto il mondo, anche italiane, stanno vivendo sempre un maggior insediamento cinese sia a livello commerciale che abitativo, arrivando a colonizzare interi quartieri.
Basti pensare alle Chinatown di Melbourne, a Bangkok, in Giappone o quella neonata di Las Vegas.

Grazie per le tue preziose risposte e per le fotografie.

 


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