L’argomento noia, riguarda soprattutto quei genitori che nel tentativo di impedire tale esperienza ai propri bambini, si attivano affinché la loro giornata sia sempre organizzata da attività, impegni, giochi, spesso con un totale coinvolgimento dell’adulto stesso.
Non che tale atteggiamento sia da biasimare, ma a volte può avere degli sviluppi piuttosto inaspettati.
La prima domanda che l’adulto dovrebbe porsi al presentarsi della situazione è, “quali sono le paure o le preoccupazioni che mi portano ad intervenire ogni volta che il mio bambino esprime noia ?, sono effettivamente oggettive od appartengono al mio vissuto, alla mia sfera interpretativa?”
Il dizionario definisce la noia come “senso di fastidio, di tristezza, per l’inerzia materiale, la mancanza di interessi …”. Uno stato d’animo quindi dai connotati prettamente negativi e forse è proprio per questo motivo, che come genitori, facciamo di tutto per bandirla dalla vita dei nostri bambini.
Chi di voi tenti di perseguire tale obiettivo, si sarà accorto però di un effetto paradossale: più “fate” in questa direzione, e più incrementate la possibilità che insoddisfazione e noia facciano la loro comparsa.
E’ curioso notare come la noia tenda a manifestarsi più frequentemente in quei contesti in cui al bambino viene proposto “di tutto e di più”, inibendo a volte la sua capacità di “sentire”, desiderare, ed attivarsi per “ottenere e/o realizzare”.
Se riflettete sul vostro percorso di vita probabilmente le svolte più importanti sono avvenute in seguito ad un senso di insoddisfazione, insofferenza, noia per ciò che avevate o stavate facendo in quel momento. Avete comunque necessariamente dovuto provare qualcosa di spiacevole per costruirvi qualcosa di soddisfacente.
Tornando ai nostri piccoli, è utile quindi concedere loro di vivere anche questi momenti, affinché sia il loro stesso sentire ad indicare loro la strada per uscirne.
E se il vostro bambino, vi si avvicinasse e col musetto imbronciato vi dicesse “ mamma, io mi annoioo!” provate a resistere alla tentazione di offrire lui la “soluzione “ ed osservate cosa succede.