Il più prezioso tra i filati caldi prende il nome da una stupenda regione asiatica, abbracciata (ma anche contesa) da India, Pakistan e Cina: parliamo del cashmere, pregiatissimo materiale ricavato dalla capra hircus che per secoli ha trovato la sua casa in quella regione dal clima ostile.
Eppure è proprio grazie a questo clima dalle impensabili escursioni termiche tra il giorno e la notte che si è potuto sviluppare il duvet, il vello d’oro, ovvero il sotto mantello sottile, soffice e lanoso che caratterizza il cashmere e che lo differenzia dal mantello che, al contrario, ha sviluppato una lana grossa e ispida.
Durante la primavera, e quindi nel corso della loro muta, le capre vengono pettinate manualmente e si riesce a raccogliere circa 100-200 g di pelo fine, grammatura preziosissima destinata a importanti lavorazioni, finalizzate alla realizzazione di capi praticamente eterni!
Ma la loro durata è legata al tipo di trattamento che serbiamo loro nel corso degli anni: lavaggi sbagliati rischiano di rovinarli per sempre e quindi non sono ammessi errori. I consigli per evitare dispiaceri per la perdita di un capo in cashmere sono i seguenti:
• Prima di cominciare qualunque lavaggio, girate il capo a rovescio: eviterete che si formino quei fastidiosi pelucchi che fanno tanto capo vecchio!
• Lavate il capo rigorosamente a mano, in una bacinella con acqua fredda e sapone, se non di Marsiglia, dedicato ai capi delicati. Quando fate i risciacqui, mantenete sempre la stessa temperatura, perché anche lo shock termico potrebbe farlo infeltrire!
• Vietato strizzare il vostro capo in cashmere! Piuttosto avvolgetelo in un asciugamano e quando l’acqua in eccedenza sarà stata assorbita, stendetelo in orizzontale su un panno asciutto (in commercio esistono appositi stendini per maglioni in garza sintetica)
Così, anche se il cashmere non è proprio un diamante, almeno vi scalderà il cuore!