“fai bei sogni. anzi fateli insieme. insieme valgono di più”
(Massimo Gramellini)
Galeotti furono due eventi che mi hanno spinto a comprare l’ultimo romanzo di Massimo Gramellini, “Fai bei sogni” edito da Longanesi (2012). Il libro è in cima alle classifiche di vendita e con giusta ragione. Perchè Gramellini come scrittore non dolude chi come me l’ha consociuto nelle vesti di giornalista, nel salotto di Fazio a raccontare i fatti salienti della settimana appena trascorsa. ironico, arguto, le sue battute celano un cuore che sa ancora emozionarsi ed emozionare. e questo romanzo ne è la conferma. è arrivato al mio cuore con la sua scrittura, come ben pochi autori sono riusciti a fare. mi intrigò la sua apparizione da Fazio, programma che per pura coincidenza risucii a vedere senza interruzioni di sorta (ovvero senza richiami all’ordine da parte del pargolo, senza imperterriti “mamma vuoi giocare?” perchè era una serata casalinga in stato di grazia!) ; Gramellini parlava della perdita di sua madre, avvenuta in circostanze poco chiare per lui che all’epoca era un bambino. ovviamente nella trasmissione la causa del suo esser divenuto orfano improvvisamente viene celata, ma c’era qualcosa negli occhi azzurri del giornalista, quel non detto carico di verità, unito a un desiderio di scoperta tardiva, che mi ha catturato. l’altro evento invece è direttamente collegato al mondo di blog, in particolare a quello di zelda was a writer: lì ho letto la recensione che Camilla fa del libro. per una serie di coincidenze in libreria il romanzo in questione era esaurito, per cui mi dissero di ritornare qualche giorno dopo, giusto il tempo di attesa per rifornire di scorte il magazzino. quella lettura del post di Camilla mi diede ulteriore impulso a procurarmi i bei sogni di Gramellini… e finalmente libro acquistato e letto nell’arco di due giorni.
Passata l’ondata emotiva che ha caratterizzato la lettura di ogni capitolo, a mente fredda posso permettermi di descrivere i passi che più mi hanno colpito del romanzo.
innanzitutto, il ritratto che fa della madre. il suo tentativo di strapparla all’oblio. di ricollocarla nel suo passato, ricostruendo ricordi della sua giovinezza. e poi il racconto della sua infanzia e adolescenza, fino alla maturità alla ricerca di un alter ego materno. e poi Sarajevo. perchè non sapevo che Gramellini fosse stato un inviato di guerra. e immaginarlo in quel teatro di guerra, in quella città che vorrei un giorno visitare di persona, mi ha molto colpita.
e il suo carpe diem lavorativo, quel saper cogliere l’occasione e realizzare un sogno, scrivere- diventare giornalista. è un sogno che condivido fortemente anch’io. ed è stato facile immedesimarsi in questo lato autobiografico di Gramellini!
e la figura del padre. un uomo tutto d’un pezzo, un padre che nonostante quel lutto nel cuore vive-continua a vivere- cercando costantemente di proteggere il figlio.
L’ho letto tutto d’un fiato, pagina dopo pagina consapevole di recuperare la memoria perduta di un bambino, dove dolcezza infinita, scatti di rabbia, momenti di abbandono e sprazzi di felicità sono mescolati per creare il giusto equilibrio tra vita e morte, tra dolore e amore. svelando il non detto, affrontando il dolore di una perdita straziante, mettendoti di fronte alla realtà, anche se cruda e sleale.
Fai bei sogni è la raccomandazione che la mamma fa al piccolo Massimo. ma è anche la raccomandazione e il desiderio di tutte le mamme. e questo romanzo secondo me è inconsapevolmente dedicato anche a loro.
con questo post partecipo al venerdì del libro di homemademamma