Pare che dopo il disastro nucleare che ha colpito l’area di Fukushima, la popolazione ora venga discriminata. Il paese teme il diffondersi delle radiazioni e tende a non acquistare nulla che arrivi da quelle zone. E a non visitare più l’area. Inoltre i bambini che abitavano in quella zona trovano difficoltà ad essere accettati nelle scuole di altre prefetture. E così ora inteviene il Vescovo di Sendai per difendere gli abitanti di Fukushima: “Abbiamo vissuto con la loro energia, e le centrali sono ovunque. Comportiamoci bene con i nostri fratelli. Le radiazioni non sono imputabili alla popolazione della zona, ma al Giappone intero. Abbiamo vissuto fino a quel giorno consumando quantità enormi di energia, e chi le ha prodotte non può pagare per tutti. Si deve interrompere questa campagna di discriminazione prima che sia troppo tardi“. L’appello di Monsignor Martino Tetsuo Hiraga è stato lanciato con una lettera aperta. Nel testo, il vescovo spiega che “le radiazioni emesse dopo l’incidente della centrale Daiichi sono state 168 volte più letali di quelle immesse nell’atmosfera dalla bomba di Hiroshima. Questo ha creato seri danni a tutte le Prefetture raggiunte dai venti nucleari. Ma soprattutto ha distrutto l’economia locale e la speranza di ripresa per questa gente: questo non è giusto, dato che loro stanno pagando per tutti noi“. Secondo il monsignore “il fatto stesso che le centrali nucleari siano da sempre costruite nelle aree rurali del Giappone è già di per sé una forma di discriminazione. Una volta aperte, le centrali dividono le popolazioni che le ospitano: alcuni si oppongono, altri ci vanno a lavorare. Ma questi ultimi, a contatto quotidiano con le radiazioni, iniziano a morire per le cosiddette ‘polveri mortali’. E questo avviene da anni“. Serviranno le parole del Vescovo a cambiare qualcosa? (Fonte: Asia News)
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