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Ilyasova, dove sei finito?

Creato il 11 dicembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Poter disporre di un roster con tanti giocatori di talento è quanto di meglio possa chiedere un allenatore. Affrontare una partita, di qualsiasi sport, sapendo di avere in tasca quattro o cinque jolly da giocarsi al momento opportuno può far la differenza tra una sconfitta prevedibile ed una vittoria insperata.
Vista però dalla prospettiva di un giocatore NBA, tanta abbondanza può rappresentare un pericolo, sopratutto se non si è in grado di affrontare nel modo giusto l’improvviso aumento di competitività.
Situazione che in questo periodo sta vivendo Ersan Ilyasova, ala dei Milwaukee Bucks che non ha iniziato nel modo migliore la sua quarta stagione con la casacca rosso-verde.

Le statistiche, spesse volte fuorvianti possono in questo caso offrire un’analisi tanto cruda quanto oggettiva sull’involuzione tecnica del nazionale turco.
Nelle 60 partite disputate la scorsa stagione, Ilyasova viaggiava a 13 punti di media conditi da 8.8 rimbalzi tirando con il 50% dal campo e con il 45% da 3 punti. Il tutto in quasi 28 minuti d’impiego come titolare nella lineup di coach Scott Skiles.
Limitandoci ora alle prime 18 partite della stagione attuale, tutte le statistiche di Ilyasova sono crollate drammaticamente, essendo titolare di 7.3 punti con meno di 5 rimbalzi, tirando con il 35% da 3 punti e con un pessimo 22% dal campo.

Il primo a consultare queste statistiche e lanciare il suo “allarme” è lo stesso Ilyasova il quale ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo alle rotazioni dei lunghi effettuate da Skiles che non permetterebbero al turco di recuperare il suo ritmo e tornare ai suoi livelli.
A voler spezzare una lancia in favore di Ilyasova va detto che in questo inizio di stagione, coach Skiles sta effettivamente mescolato un pò le carte, incoraggiato anche dal mini exploit del sophomores Larry Sanders e del rookie John Henson in un reparto lunghi che annovera anche l’ex Rockets Samuel Dalembert e Luc Richard Mbah a Moute.

Tuttavia anche considerando il lauto ingaggio firmato la scorsa estate (da 40M$ in cinque anni) ci si aspetta senz’altro meno parole e più fatti da Ilyasova, il quale prima ancora di migliorare le sue statistiche deve necessariamente riconquistare la fiducia del proprio allenatore che nelle ultime sette partite lo ha “declassato” a lungo di backup uscente dalla panchina.
Molto, troppo spesso, firmare un maxi contratto può quindi rappresentare un pensiero aggiuntivo nella testa di un giocatore intenzionato a giustificare, dopo ogni partita, l’investimento fatto dalla franchigia per la formulazione del proprio contratto (sarà della stessa idea Javale McGee).
Con l’augurio di tornare presto ai suoi livelli Ilyasova è pronto a fronteggiare le mille insidie disseminate dentro e fuori al parquet NBA, lasciando quanto prima alle spalle questo momento difficile.


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