by Matteo Ficara
Cari amici lemattiani,
oggi portiamo a termine il nostro viaggio nel Regno dell’Immaginazione, parlando di Desideri e loro realizzazione grazie alla Stanza n.9 del sistema Le Stanze dell’Immaginazione.
Che cosa sono i desideri?
Come possono aiutarci nel nostro percorso di “individuazione”?
Come la Stanza n.9 riesce a metterli a sistema con le altre tecniche, incrementandone gli effetti?
Andiamo a scoprirlo…
1. Che cosa sono i desideri?
Ne abbiamo già parlato diffusamente anche nella recensione delle tecnica dei “101 desideri” proposta da Igor Sibaldi e adesso abbiamo l’occasione per dirne dell’altro.
“De-siderare”, dal latino, significa “guardare le stelle”.
Anche solo pensando di guardare il cielo stellato, viviamo un salto nell’infinito di possibilità dell’Universo, dove le stelle sono i nostri indicatori di posizione. Come per i marinai di un tempo, infatti, le stelle indicano una direzione, anche quando si tratta di “de-sideri” (clicca qui per leggere “la Tecnica dei 101 desideri”).
Desiderare è il primo passo del processo del successo.
“Successo” è ciò che “è accaduto”, ciò che “è stato realizzato” ed il desiderare è il primissimo passo nel processo della realizzazione di qualcosa e viene immediatamente prima del volere.
Tra “de-siderare” e “volere” c’è una enorme differenza: quando de-sideri (guardi le stelle), punti a qualcosa di lontano – anche un po’ vago – che ti ispira per un qualche moto dell’animo.
Quando de-cidi (latino de-cedo, ovvero “tagliare via”), invece, ti sbarazzi di tutto quello che non ti serve e fai il primo passo nella direzione presa.
Infine vengono la pianificazione e l’azione.
In questo modo, come un marinaio in mezzo all’oceano, una volta che hai trovato la “stella giusta” (volere), tracci la rotta ed apri le vele al vento.
Che cosa c’entrano i desideri con l’Immaginazione?
Albert Einstein diceva: “Si può creare solo ciò che si può immaginare” e, di fatto, tutto ciò che prende forma dalle mani dell’uomo, passa prima per l’anticamera della creazione, ovvero l’immaginazione. Grandi geni della storia, come Platone, Leonardo DaVinci, Cartesio, Galileo ed il più recente Nikola Tesla, hanno riportato – nei loro scritti – di qualche capacità assimilabile ad un “veder il vero”, “vedere le immaginaria”, “immaginare con la mente”, “creare con la mente”.
Ancora più recentemente, sono gli studi sulle intelligenze multiple di Gardner ad informarci di come questa facoltà (chiamata “intelligenza visuo-spaziale”) sia una vera e propria capacità intrinseca in determinati individui piuttosto che in altri.
E sono proprio quegli individui con una forte connessione all’Immaginazione, che possono sfruttarne le potenzialità anche per “creare immaginando”.
Vediamo come funziona questo processo…
2. In che modo, i desideri, ci sono utili nel processo di “individuazione”?
L’Immaginazione è il regno delle possibilità. Lo abbiamo già detto più volte e gli affezionati lo sapranno ormai bene.
Ma tra tutte le possibilità dell’Universo, solo alcune si manifestano attraverso di noi.
Questi sono i desideri.
In modo molto semplice, potremmo considerarli come “Immaginazione al lavoro”, o come “l’atto pratico dell’Immaginazione”.
Sono il risultato del processo: stimolo esterno | sistema di pensiero | possibilità di azione, che tutti noi viviamo in ogni istante e che ci porta ad agire.
Eccone un esempio (era nella mia tesi di laurea: “La Pragmatica dell’Immaginazione Umana”):
Immaginiamo di essere al supermercato e vedere un lecca-lecca.
Il lecca-lecca (o almeno la sua immagine mentale) attraversa tutta la “cornice di riferimento”, ovvero il nostro sistema di pensiero, con tutte le esperienze maturate, le convinzioni, i valori, le ideologie, le emozioni del momento etc., ed arriva al punto più profondo delle nostre facoltà mentali, la coscienza.
Da qui – e gli esperti di marketing lo sanno bene – prende il via il nostro processo decisionale. In qualche modo, quello stimolo entrante, torna indietro, come se rimbalzasse sulla nostra coscienza, laddove è andato a pescare tutte le informazioni necessarie per prendere una decisione, e si getta fuori di noi, in un’azione.
Nel mio caso specifico, quel lecca-lecca avrebbe raggiunto la coscienza, trovandoci pochissime in-formazioni, ovvero “quantità di materia” capace di dargli una qualche forma attiva, agente: nella mia vita avrò mangiato credo un massimo di 5 lecca-lecca, non uno di più.
Ma ipotizziamo che fosse un bambino a vederlo. La sua mente, sgombra dai ricordi, non pone filtri alla ricezione dell’oggetto e la sua coscienza, non avendo limiti, in esso si espande.
Ecco che, un lecca-lecca nella mente di un bambino, può diventare qualsiasi cosa.
Ecco qual è il potere dei desideri: essi ci svelano tutti i possibili modi che abbiamo di espandere noi stessi.
3. In che modo, la Stanza n.9, riesce a mettere i desideri a sistema con le altre tecniche
E’ molto semplice: usando, come per tutto il percorso SdI – Le Stanze dell’Immaginazione, il linguaggio dei simboli.
La Stanza dei Desideri è l’ultima del nostro percorso.
Il suo arredamento è semplice, perché ci appare come un giardino con aiuole.
Immagina un viottolo di sassi bianchi che ti conduce fino ad un grande albero.
Ai lati di questo vialetto di sono 6 aiuole, 3 per lato, dentro le quali possono sorgere fiori bellissimi e mai visti prima.
Qual è il significato dei fiori?
I fiori sono i desideri. Indicano, infatti, tutte le nostre possibili “fioriture”.
E l’albero?
Beh, per scoprire quale sia il Potere nascosto nell’albero hai solo un modo: entrare e sperimentarlo.
Nel sistema Le Stanze dell’Immaginazione, quella dei Desideri è l’ultima stanza, l’ultima soglia, dopo un lungo viaggio nei reami delle possibilità, prima di tornare nel mondo reale.
Questo è il luogo perfetto, per i desideri, tra il sogno e la realtà. Esattamente lì dove sono in natura: tra la coscienza ed il pensiero.
Matteo Ficara