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Oggi sul Corriere della Sera ho letto lo scambio di battute tra il comandante della Concordia e la Capitaneria di porto.
Agghiacciante.
E' vero, forse siamo condizionati da film e fiction che descrivono generalmente il capitano di una nave in modo burbero, schivo, ma con un senso dell'onore e del coraggio inarrivabili.
Forse siamo condizionati dall'idealizzazione delle posizioni di comando, dove ci aspettiamo di trovare persone che non perdano mai la testa, capaci di prendere decisioni difficili, mentre intorno a loro infuria il panico.
Forse...
Sta di fatto che la tragedia della nave della Costa Crociere, ci lascia in bocca un fastidioso sapore di bile; non tanto per l'errore in se, a prescindere da quale sia la causa, quanto per l'incredibile viltà dimostrata dal comandante.
E' moralmente inaccettabile che il responsabile della vita di migliaia di persone si comporti in una maniere così becera.
Mente, costantemente, continuamente, forse per pulirsi una coscienza più nera del catrame.
Mente quando afferma che la nave ha solo un guasto tecnico, in realtà è già incagliata.
Mente quando dice che sulla nave sono rimaste 3-400 persone, in realtà lui è già sulla terraferma, non lo può sapere.
Mente quando ,dopo essersi lasciato scappare che ha abbandonato la nave, ritratta tutto dichiarando di star coordinando i soccorsi.
E mente quando un ufficiale della guardia costiera irritato e angosciato dall'inettitudine del comandante gli ordina di tornare sulla nave, lui dice che lo farà ma prende un taxi e si volatilizza verso l'albergo.
E' difficile accettare tanto, tanta mancanza di spina dorsale è frustrante, vergognosa e ci fa ribollire dentro.
La colpa peggiore è proprio questa, con la sua testarda paura il comandante ha ritardato i soccorsi, li ha resi meno ficcanti, ha de facto ostacolato le operazioni di salvataggio.
Non oso immaginare il senso di vergogna che stanno provando i comandanti di qualunque imbarcazione, dalla bagnarola al transatlantico, nel leggere queste dichiarazioni.
E' inutile pensare a quante vite ha condannato con la sua codardia ma è impossibile non chiederselo.
Ci rimettiamo come sempre alla giustizia, sapendo in cuor nostro che qualunque pena gli venga comminata verrà sempre vissuta come troppo mite per un simile comportamento
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